AUSTRALIAN OPEN – Ekaterina Makarova conferma i quarti del 2012 superando Angelique Kerber. Potrebbe ritrovare la Sharapova: “Mi farebbe piacere”. Anche Ferrer ai quarti.
Ekaterina Makarova gioca sempre bene in Australia
Di Riccardo Bisti – 20 gennaio 2013
In 22 partecipazioni Slam, Ekaterina Makarova ha superato lo scoglio della prima settimana in quattro occasioni. Tre di queste sono arrivate all’Australian Open. Lo scorso anno giunse nei quarti, battendo Serena Williams prima di perdere da Maria Sharapova. Quest’anno, a sorpresa, è di nuovo tra le prime otto. Le vittorie contro Marion Bartoli e Angelique Kerber non equivalgono l’exploit su Serenona, almeno in termini di prestigio, ma i punti sono gli stessi. E adesso la 25enne moscovita ha un quintale di esperienza in più. “Vorrei affrontare la Sharapova nei quarti – ha detto – l’anno scorso mi passavano un sacco di pensieri per la testa, mentre adesso mi sento più sicura di me”. Contro la Kerber partiva sfavorita, invece ha vinto piuttosto nettamente con il punteggio di 7-5 6-4. E’ stata più forte del braccino che ogni tanto la colpisce, come al terzo turno contro la Bartoli, quando stava per dilapidare un vantaggio di 5-0 al terzo. Senza fare nulla di eccezionale, la Kerkber ha rimontato da 5-2 (con doppio break) a 5-5 nel primo set. Dava l'impressione di potercela fare, anche perché si era imposta negli ultimi tre scontri diretti. Ma Ekaterina aveva preparato bene la partita, giocando con attenzione e aggressività. I suoi colpi piatti erano secchi e profondi, con la tedesca obbligata a rincorrere e ad accorciare. In una sfida tra mancine, il dritto lungolinea era il colpo più importante. La Makarova lo sapeva che ha spesso colpito d’anticipo, affondando alla destra di “Angie”, sofferente alla schiena.
Ci si può domandare se il problema fisico della tedesca abbia condizionato il match. In parte, nel senso che il dolore alla schiena le dava un po’ fastidio al servizio. Ma non le creava problemi nella corsa e nello scambio, dove la Makarova era superiore di suo. Ha chiuso il primo set con un bel rovescio lungolinea, ed ha continuato a giocare bene nel secondo. La Kerber ha iniziato a soffrire visibilmente, chiedendo l’intervento del fisioterapista sul 3-2 (quando è uscita addirittura dal campo) e sul 4-3. A quel punto ha avuto un paio di palle break che avrebbero potuto girare la partita, ma la Makarova le ha impedito di prendere il largo ed anzi l’ha brekkata nel game successivo. Il quinto ace ha sigillato la partita e le ha regalato un posto tra le prime otto, dove aspetta la vincente di Sharapova-Flipkens. Un piccolo capolavoro per una ragazza che è appena entrata tra le prime 20 e che spesso viene chiamata “Macarena” o “Maccheroni” per l’assonanza con il suo cognome. “Un po’ mi dà fastidio: ma non perché non mi piaccia la cucina italiana, anzi! E pensare che in Russia è un cognomome molto popolare…”. Cresciuta nel mito di Anastasia Myskina, cercherà di imitare il suo clamoroso successo al Roland Garros 2004. Sarà dura, perché l’ostacolo Sharapova (Flipkens permettendo) sembra insormontabile. L’anno scorso ci perse 6-2 6-3. Non si scende mai in campo per perdere, ma migliorare lo score sarebbe già un buon risultato.
Se la prima quartofinalista tra le donne è una sorpresa, in campo maschile non c’è nulla di tutto questo. David Ferrer ha disposto senza problemi, con ancora maggiore facilità del previsto, di Kei Nishikori. Sarà contento il nostro Andreas Seppi, che con questo risultato è sicuro di superare il giapponese nel ranking del 28 gennaio. Ferrer ha giocato la consueta partita di cuore e attenzione, costringendo Nishikori a giocare sempre una, due, tre palle in più. Alla fine arrivava quasi sempre l’errore (saranno in tutto 65): si è così sviluppato un rapido 6-2 6-1 6-4 che gli dava un posto nei quarti per il terzo anno consecutivo (nel 2011 arrivò in semifinale). Per Ferrer è la vittoria numero 499 in carriera: è il quarto spagnolo più vincente di sempre, alla spalle di Nadal, Orantes e Moya. Chissà che non riesca a raggiungere il successo numero 500 proprio in Australia, contro il vincente di Almagro-Tipsarevic. Il senso della partita è tutto nel nono game del terzo set: il giapponese aveva perso nettamente i primi due, poi aveva recuperato un break di svantaggio. Sul 4-4 si è giocato un game lungo e intenso, in cui Kei giocava benissimo ma non riusciva a sfondare. Dai e dai, arrivava l’errore. E puntualmente tornava il problema al ginocchio che ne aveva messo in dubbio la partecipazione alla vigilia. Ma contro questo Ferrer non c’era nulla da fare.
AUSTRALIAN OPEN, DAY 7 – RISULTATI
Post correlati
Anche nel tennis servono più controlli
Foto Ray Giubilo L’incidente di Edoardo Bove oltre a spaventarmi mi ha incuriosito, perché ormai casi del genere succedono...