Le parole del romano dopo il successo su Arthur Rinderknech al primo turno degli Internazionali BNL d’Italia

ROMA – «Il bacio verso il cielo a fine partita? Era per mia nonna Gianna, che è venuta a mancare il 27 marzo. Oggi sarebbe stato il suo compleanno, mi dispiace troppo non poter condividere con lei questa bella vittoria, dedicargliela era il minimo». Un’impresa da Gigante, quella di Matteo, numero 164 del mondo, romano di Casal Palocco, contro il francese Rinderknech, 75º del ranking (ma 42 tre anni fa), rispedito a casa con due tie-break, salvando 7 delle 8 palle break concesse e rimontando da 3-5 nel secondo set. Lacrime copiose dopo il match point, quasi a voler chiudere un periodo sicuramente non felice per il ragazzo (di lui si è recentemente parlato in merito all’inchiesta sulle scommesse effettuate da sportivi professionisti). «Sono stato bravo nei momenti decisivi – ha detto Matteo – il suo servizio mi ha dato molto fastidio ma ho resistito, ho giocato punto su punto, i due tie-break li ho vinti così. Cosa mi è piaciuta di più? L’atmosfera del campo (ha giocato sulla Supertennis Arena, ndr), davvero fantastica, con tanti amici sugli spalti».
Mancino come il suo idolo Nadal, 23 anni, allenato da Marco Gulisano, Gigante sta vivendo la sua stagione migliore. Si è qualificato agli Open d’Australia e a Indian Wells, dove in tabellone ha battuto Baez prima di lottare a lungo con Fritz. Venti giorni fa, poi, ha vinto il Challenger romano del Garden superando Gaubas in finale. «La partita con Giulio (Zeppieri, nda) del 2024 qui al Foro è stato uno step importante, poi quelle di quest’anno con Humbert in Australia (tre set molto combattuti, nda) e Fritz in America sono state proprio la spinta che devo avere per giocare queste partite ogni settimana. Sento di fare progressi, so che devo lavorare ancora molto, sul servizio, sul dritto, soprattutto sulla gestione dei momenti cruciali di una partita, ma è quello che sto facendo, insieme a Marco». Sabato lo aspetta un avversario ben più temibile di Rinderknech, quel Jakob Mensik, numero 21 del mondo, capace di vincere a Miami superando Djokovic in finale. «Stasera mi godo questa bella vittoria, domani penserò a Mensik – la risposta di Matteo – l’ho visto giocare molto bene, ma sul cemento…». Ultima domanda, sulla fede calcistica. «Sono tifoso juventino, per merito di mio nonno. E sottolineo merito…».