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Marco Caldara
02 January 2018

Garbine e la maledizione di Brisbane

Per il quarto (!) anno di fila Garbine Muguruza è costretta al ritiro a Brisbane. A fermarla sono i crampi, nel match contro Aleksandra Krunic. Nel 2017 la spagnola ha gettato la spugna a match in corso per cinque volte: più di tutte le altre top-10 messe insieme. Le sue possibilità di diventare una vera numero uno passeranno anche dalla prevenzione.
La trasferta australiana di Garbine Muguruza era nata male sin dall’inizio, con il volo Los Angeles-Brisbane costretto a tornare in California a due ore dal decollo a causa del radar mal funzionante e della perdita di carburante, e così rimandato all’indomani. E il campo ha confermato un trend non proprio brillante per dare il via alla stagione della possibile consacrazione. Al Brisbane International la spagnola si giocava addirittura la chance di tornare in vetta alla classifica WTA, ma ha detto addio (o arrivederci) alla possibilità già al primo turno, ritirandosi in avvio di terzo set contro Aleksandra Krunic. Un deja vu per gli spettatori della Pat Rafter Arena, visto che si tratta addirittura del quarto ritiro consecutivo di Garbine a Brisbane. Nel 2015 decise di non scendere neanche in campo a causa di un fastidio alla caviglia, due anni fa si ritirò dopo un set a causa di un dolore al piede, mentre nel 2017 abbandonò dopo pochi game la semifinale per un fastidio alla coscia. Stavolta, invece, il problema sono stati i crampi, arrivati quando il match sembrava aver preso la strada della prima testa di serie. La 24enne di Caracas ha iniziato ad avvertire dei fastidi sul 7-5 2-0 in proprio favore, ma ha stretto i denti ed è comunque riuscita a portarsi sul 7-5 5-2. Tuttavia, da quel momento i dolori hanno iniziato ad aumentare, i movimenti della spagnola sono diventati sempre più complicati e dopo aver perso 7 dei successivi 9 giochi la Muguruza ha deciso di gettare le spugna, stringendo la mano all’avversaria sull’1-2 del terzo set. “Ho iniziato a sentire dei crampi al polpacci nel secondo set – ha raccontato la numero 2 del ranking WTA – ma ho pensato che col passare del match se ne sarebbero andati. Invece hanno continuato ad aumentare, trasferendosi ad altre parti del corpo. Sono arrivati fino alla mano: c’è stato un momento in cui non riuscivo ad aprirla né a cambiare l’impugnatura per giocare il rovescio. Non volevo ritirarmi perché il match era ancora molto equilibrato, ma c’è stato un momento in cui non riuscivo più a muovermi”.
TROPPI RITIRI PER DOMINARE IL RANKING
Quello dei ritiri è un problema con cui la Muguruza convive da tempo, e per una giocatrice che punta a diventare stabilmente la numero uno della classifica si tratta di un discorso di una certa rilevanza. Basti pensare che nel 2017 ne ha accumulati ben cinque, più di tutte le altre top-10 messe insieme. A causa di diverse noie fisiche si è trovata costretta a rinunciare in corsa a due Premier Mandatory e ad altrettanti Premier Five, perdendo un sacco di punti importanti che altrimenti le avrebbero permesso di chiudere l’anno al numero uno. Non può essere sempre sfortuna. È vero che stavolta si tratta solo di semplici crampi, problema che può capitare a chiunque in qualsiasi occasione (o quasi), anche se averli al primo torneo della stagione, e dopo circa un’ora e mezza di gioco, fa venire comunque qualche dubbio sulla qualità del suo lavoro atletico. O su abitudini alimentari e idratazione: dettagli che per atleti di altissimo livello possono fare la differenza. “Mi capita molto raramente – ha proseguito – di avere i crampi. Ricordo che l’ultima volta è successo a Melbourne. Magari è il caldo, magari le condizioni di gioco. Non lo so. Ma comunque è qualcosa di piuttosto raro per me”. La sconfitta della spagnola regala una buona chance alla Krunic, che ha chiuso il 2017 alla grande con il best ranking al numero 53, e al 2018 chiede l’importante balzo avanti in classifica che sembra essere nelle sue corde. La Muguruza, invece, rimanda le ambizioni a Melbourne, sempre che non decida in extremis di chiedere una wild card per il torneo di Sydney o per quello di Hobart, per provare a mettere qualche match in più nelle gambe in vista dell’Australian Open. Con la spagnola già fuori, si riduce a due la corsa settimanale per il n.1 WTA, e la prima testa di serie a Melbourne. Ma è tutto nelle mani di Simona Halep: se la rumena dovesse battere Ying-Ying Duan a Shenzhen, alla Wozniacki non basterà nemmeno il titolo ad Auckland.
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