L’americano dopo l’eliminazione: “Sono contento dei primi due match, oggi Alex mi ha messo molto in difficoltà”

Una sconfitta netta per Taylor Fritz che esce di scena alle ATP Finals. Lo statunitense doveva vincere almeno un match tra quello contro Alcaraz e quello contro de Minaur, li ha persi entrambi e quindi per l’americano arriva l’eliminazione. Certamente la peggiore prova in questo torneo per Fritz che oggi, eccetto la parte centrale del primo set, è sempre stato in balia di un De Minaur scatenato e che lo ha sovrastato da ogni punto di vista.
Il californiano ha spiegato il perché delle sue difficoltà contro De Minaur (adesso i testa a testa sono 6-5 in favore dell’australiano): “Direi che, anche se i precedenti fra di noi sono equilibrato, non è mai stato il mio giocatore preferito da affrontare perché prima di tutto si muove molto bene, ma allo stesso tempo non gioca in modo molto difensivo contro di me. L’ho visto giocare in altre partite e a volte mi sembra che sia disposto a scambiare di più, a giocare un po’ più in sicurezza. Contro di me invece gioca in modo molto aggressivo. La sua palla rimane molto piatta e bassa. A volte è difficile attaccare su quel tipo di palla se non mi sento al meglio con il dritto. Nei precedenti fra di noi, molte delle volte in cui l’ho battuto stavo colpendo bene e riuscivo ad attaccarlo. Tante delle volte in cui ho perso, invece, non riuscivo a incidere con il dritto su quella palla piatta e bassa che lui sa giocare molto bene. Sì, questo è parte del motivo. Si muove bene, ma non posso limitare a scambiare, perché è molto aggressivo e anticipa molto bene la palla“.
Fritz che nel terzo set del match contro Alcaraz aveva accusato anche dei problemi al ginocchio a causa di una tendinite che si porta dietro da tutto l’anno. Problema che non lo ha comunque condizionato durante il match di oggi: “Direi che il ginocchio non era nelle condizioni in cui era verso la fine della mia partita dell’altro giorno. Non penso sarebbe corretto trovare nel ginocchio la scusa per spiegare la sconfitta di oggi. Come ho detto molte volte, quando riesco ad avere una giornata tranquilla, un allenamento leggero, quando non devo giocare una partita intensa, basta un giorno di pausa e di solito riesco a tornare in campo senza sentire troppo male. Già da un po’ sto cercando di fare la riabilitazione appropriata, ma non è semplice perché quando gioco continuo a sollecitarlo. Adesso avrò un po’ di tempo libero e sono contento perché sarà la prima off-season da tre o quattro anni che durerà tre settimane o anche di più. Spero questa volta di potermi rimettere in resto e di non stare a inseguire gli infortuni e i problemi fisici. Uno dei miei problemi più grandi quest’anno è stato che ogni volta che non giocavo tornei o partite non riuscivo davvero a lavorare sulle cose su cui sentivo di dover migliorare e ad allenarmi duramente. Mi sembrava di dovermi limitare a mantenere la condizione, prendermi tempo per stare bene, tenermi fresco e pronto per i tornei. Non riuscivo davvero ad allenarmi con l’intensità che avrei voluto nei periodi di pausa. Il piano è semplicemente di continuare con la riabilitazione e sperare che, non giocando troppo tennis per un paio di settimane, si vedano dei miglioramenti e io possa stare meglio, così da avere poi ancora tempo per allenarmi e prepararmi per la prossima stagione“.
L’americano ha fatto un bilancio di quelle che sono state le sue ATP Finals: “Penso di aver giocato davvero bene le prime due partite. Oggi invece non è stata la mia miglior prestazione. E penso che molte delle difficoltà che ho avuto dipendessero dal modo in cui Demon colpisce la palla. A volte sceglieva un lato in anticipo, indovinando la direzione del mio servizio. Questo rendeva difficile servire perché di solito colpisco servizi che sono abituato a non vedere mai tornare indietro, e lui aveva già fatto tre passi in quella direzione mentre lanciavo la palla. Poi tirava una risposta fortissima che mi ritrovavo subito addosso. Ha fatto molte cose bene. Probabilmente la partita di oggi è quella di cui non sono molto contento. Le altre due, penso di averle giocate bene, ho fatto molte cose bene che magari non ero riuscito a fare quest’anno. Nelle prime due partite ho risposto molto bene. È una cosa che quest’anno non stavo facendo al livello abituale, quindi ne sono felice. Ci sono dei lati positivi da prendere“.
Sull’idea dei due bye per venire incontro ai big per giocare i Masters 1000: “Credo che quell’idea diventi molto complicata perché se i giocatori possono decidere se giocare o no, questo crea confusione nelle entry list per altri giocatori. Alcuni non saprebbero se entreranno o no in tabellone, dipenderebbe da chi decide di iniziare da un turno diverso. Non penso che ai giocatori si debba dare la possibilità di iniziare così tanti turni avanti. Darebbe troppo vantaggio ai top player: avrebbero bisogno di vincere solo un paio di partite per essere già ai quarti o in semifinale. Per quanto mi riguarda, non sapevo bene cosa aspettarmi quando abbiamo iniziato con i Masters di due settimane. Come ho già detto, quest’anno non mi è dispiaciuto, perché spesso avevo proprio bisogno di quel giorno di pausa per riuscire a giocare quello dopo. Non sarei arrivato in semifinale a Toronto quest’anno se avessimo giocato ogni singolo giorno senza sosta. Il mio ginocchio non ce l’avrebbe fatta. Da quel punto di vista, per me è stato utile. Preferirei comunque i tornei a una settimana, ma se il tempo che risparmiamo poi verrebbe usato per aggiungere tornei, allora non ha senso. Mi piacerebbe che i Masters 1000 tornassero alla durata originale, così da garantire più settimane di pausa ai giocatori”.

