L’azzurro inaugura il torneo sul Centrale insieme ad Alcaraz; ma tra Fognini e lo Slam londinese non c’è mai stata grande sintonia. Sarà il suo ultimo Wimbledon?

Fabio Fognini ha il grande onore di aprire le danze sul Centre Court di Wimbledon insieme al campione uscente e n. 2 del mondo Carlos Alcaraz. Un bel regalo del destino per Fabio che, molto probabilmente, quest’anno giocherà l’ultima volta a Church Road. In realtà, non ci sono annunci particolari in merito ma a maggio, al Foro Italico, dopo la sconfitta al primo turno con il britannico Fearnley, Fabio ha detto definitivamente addio al torneo di Roma. A 38 anni e attuale n. 138 del mondo (best ranking alla posizione n. 9), il tennista di Arma di Taggia sta facendo calare lentamente il sipario sulla sua carriera ventennale, nonostante insegua ancora le emozioni delle gare e un ultimo guizzo in campo.
Carlitos ha vinto i due precedenti, entrambi sulla terra di Rio de Janeiro, nel 2022 e 2023; ma al di là di questo, sulla carta è ovviamente il favorito. C’è un aspetto curioso: entrambi hanno vinto finora 18 match a Wimbledon e 71 negli Slam. Cifre impressionanti per Alcaraz se consideriamo la loro differenza di età; lo spagnolo, 22 anni, già detentore di cinque Slam (e due Wimbledon), non ha mai perso al primo round nelle ultime 17 apparizioni major. Il ligure, invece, causa diversi acciacchi fisici, arriva a Church Road con sole sei partite stagionali nel circuito maggiore e nei main draw, tutte perse. Invece ne ha vinte in tutto cinque tra quelle giocate nei Challenger e nelle qualificazioni. Fabio non batte un top 5 dalla vittoria contro Nadal a Montecarlo, nel 2019; il suo palmares conta 9 sigilli (di cui otto sulla terra e uno sul duro) – il più prestigioso a Montecarlo, nel 2019 – e altre 10 finali (sei sulla terra e quattro sul duro). Ha conquistato 8 titoli in doppio, tra cui la splendida vittoria all’Australian Open insieme a Simone Bolelli, nel 2015.
Per Fabio si tratta della 15esima partecipazione a Church Road, la 63esima in uno Slam; a 38 anni e 50 giorni, è il terzo tennista più anziano in tabellone dopo Gaël Monfils (38 anni e 315 giorni) e Novak Djokovic (38 anni e 39 giorni). Qualora vincesse la partita con Carlos, sarebbe il 17esimo giocatore nell’Era Open a raggiungere il secondo turno a Wimbledon a più di 38 anni. Il miglior risultato dell’azzurro all’All England Club è il terzo turno, raggiunto sei volte; il miglior piazzamento in un major tout court sono invece i quarti di finale al Roland Garros, nel 2011.
Certo, l’erba non è mai stata la sua superficie prediletta. Anzi, tra Fabio e i sacri prati di Wimbledon non c’è mai stato un grande feeling. In realtà, ci saremmo quasi stupiti del contrario, se pensiamo alle regole e al bon ton richiesti dal torneo e all’atteggiamento spesso dissacrante del ligure nei momenti di massima frustrazione. Diversi gli episodi controversi che lo hanno visto protagonista. Il più “leggero” è senza dubbio quello del 2013, nel match contro Melzer. Come dimenticare, infatti, la reazione disperata di Fabio che si getta a terra dopo che l’arbitro di sedia, il francese Pascal Maria, aveva chiamato out un suo dritto nei pressi della linea di fondo? Poi Fabio si rialza, gli si avvicina lamentandosi e gesticolando: “Ma non è vero, non è vero, non è vero, ha preso il gesso, Pascal! Ma come fai a darmi warning, Pascal?!” Lo stesso arbitro scoppia a ridere così come tutto il pubblico e, in realtà, l’episodio fa emergere più che altro l’esuberanza e la spontaneità dell’azzurro. Nessuna ruggine poi tra i due, tant’è che, alcuni anni dopo, quando Maria annuncia l’addio alla sua carriera di giudice di sedia, Fognini stesso gli dedica un saluto affettuoso via social.
Il vero e grave dérapage avviene nel 2019, nel match di terzo turno contro Tenny Sandgren. In svantaggio due set a zero, in preda alla frustrazione (perderà poi in tre set) e probabilmente assai scontento di giocare sul campo 14, Fognini – fresco campione di Montecarlo – perde totalmente lucidità e sangue freddo, comincia ad ingiuriare il popolo inglese e ad augurare perfino lo scoppio di una bomba su Wimbledon! Uno sfogo inammissibile e ancor più grave se consideriamo che, purtroppo, l’All England Club era stato davvero bombardato dai tedeschi nel 1940 subendo, in particolare, danni gravissimi al tetto del Centre Court.
Fabio rischia grosso poiché già nel 2017 aveva pesantemente insultato una giudice di sedia durante lo US Open; in quell’occasione venne squalificato dal torneo e multato di 96.000 dollari. A New York decisero inoltre che, in caso di reiterato comportamento antisportivo nei due anni successivi, sarebbe scattata la squalifica anche per le due immediate prove dello Slam. Dopo l’episodio di Londra 2019, Fabio ha rischiato così di saltare lo US Open 2019 e l’Australian Open 2020. Tuttavia, dopo l’accaduto a Church Road, Fognini si è scusato, è stato perdonato dal torneo e se l’è cavata con una lieve multa.
Infine, ricordiamo il match ad alta tensione contro Feliciano Lopez, nel 2016. Vince lo spagnolo in rimonta al quinto set e, alla fine, tra i due volano parole pesanti, tant’è che la polemica – con tanto di insulti – si estende anche ai rispettivi team. In particolare, Lopez si scontra verbalemente con José Perlas, all’epoca coach di Fabio, e l’arbitro Bernardes è costretto ad intervenire per evitare una rissa. Insomma, uno spettacolo non proprio degno dei gentlemen inglesi!
Fabio è così, prendere o lasciare ma ormai lo conosciamo bene e sappiamo che tra luci e ombre, alla fine torna sempre il sereno; come l’anno scorso quando, a 37 anni, ha fatto ancora faville sui prati inglesi e, per fortuna, solo con la genialità del suo tennis. Dopo la vittoria al primo round con Van Assche, il ligure si è regalato il successo con Casper Ruud per poi capitolare al terzo match con Bautista Agut, dopo una maratona al quinto set durata due giorni per la pioggia. Fabio era in vantaggio due set a uno prima dell’interruzione, mancando così di poco i suoi primi ottavi di finale a Londra.
Come detto, la partita con Alcaraz potrebbe essere la sua ultima danza sull’erba. Tuttavia, il talento gli rimarrà per sempre, così come il sorriso e la simpatia fuori dal campo, come dimostrano gli abbracci e gli scherzi di questi giorni con lo stesso Carlos, Djokovic e gli altri colleghi nei viali di Wimbledon. Comunque vada, sarà una grande emozione e Fognini, certo, se la merita.