
Per Goffin c’è subito un problema: contro Pouille non ha mai vinto. È più forte lui, e su questo non ci sono dubbi. Tuttavia, si sono affrontati per tre volte e per tre volte l’ha spuntata il francese, sempre nel 2016. Ma niente paura: anche contro Federer aveva sempre perso, e prima di affrontarlo all’O2 Arena aveva addirittura dichiarato di non sapere come fare a batterlo. Il campo ha detto che l’ha imparato in fretta e ci è riuscito, e il favorito sarà lui, capace di vincere quindici degli ultimi sedici incontri di singolare giocati con la maglia della nazionale, perdendo solamente contro Andy Murray nella finale del 2015. In seguito, a provare a rovinare la festa ai 27.500 dello splendido stadio polifunzionale di Lilla, toccherà a Steve Darcis, l’uomo Davis per eccellenza del Belgio, che quest’anno ha vinto 4 partite su 5. Contro di lui Jo-Wilfried Tsonga, numero uno dei francesi, e vero asso nella manica di capitan Yannick Noah. A occhio e croce sembra l’unico in grado di battere Goffin in singolare, ma non dovrà fare scherzi contro un Darcis che a suon di slice e variazioni ha il tennis per fargli fastidio. L’unico precedente fra i due risale addirittura al 2002 (!), quando erano entrambi minorenni, in un Futures in Francia. Il belga si ritirò dopo appena cinque game. “La Francia è favorita – ha ribadito Johan Van Herck, capitano del team belga – anche solo per il fatto che gioca in casa. Ma noi siamo un ottimo team, e nel corso delle ultime stagioni l’abbiamo dimostrato a più riprese. Siamo pronti a sfidarli, e penso che possa venire fuori un week-end molto interessante”.

Mentre la scelta dei singolaristi ha seguito le previsioni della vigilia, sono arrivate delle sorprese importanti dai doppi. Il capitano belga ha deciso di affidarsi di nuovo a Joris De Loore, singolarista prestato al doppio in nazionale, assente nella semifinale con l’Australia a causa di una piccola operazione al ginocchio, e inizialmente convocato solo come quinto uomo. Il 24enne di Bruges non gioca un match dallo Us Open, ma ha detto di sentirsi al 100% e tanto è bastato a convincere il capitano a sacrificare Arthur De Greef per dare di nuovo spazio a lui, capace di trovare con Ruben Bemelmans un’intesa che nei mesi scorsi gli ha permesso di vincere un paio di doppi molto importanti per la squadra. Tuttavia, la vera notizia riguarda la scelta di Yannick Noah, che ha deciso di assumersi un bel rischio dividendo la coppia Herbert/Mahut, fra le migliori del mondo, per lasciar fuori il secondo e dar spazio in formazione a Richard Gasquet. E pensare che il più a rischio del quartetto sembrava Herbert, che la scorsa settimana si è ritirato dalle ATP Finals per un problema alla schiena. Ma l’allarme è rientrato e lui ha guadagnato la fiducia del capitano, a differenza di Mahut, sempre schierato nei match precedenti ma escluso proprio dal più importante. Una bella doccia fredda. “Ho deciso di scegliere i due migliori singolaristi e i due migliori doppisti – ha detto Noah – e penso che Gasquet ed Herbert si completino a vicenda”. Sarà vero, ma la scelta obbligherà il secondo ad apportare degli aggiustamenti alle sue abitudini, visto che è solito a giocare sinistra, mentre con Gasquet giocherebbe a destra. Magari avrà ragione il capitano, ma alla vigilia di una finale di Davis – ammesso che non ci siano dietro altre ragioni – il rischio pare fin troppo esagerato. Ma questo è Yannick Noah. Prendere o lasciare.
