dal nostro inviato a Mosca Enzo Anderloni
Il clima nella nostra squadra è molto disteso: domani, alle ore 14.00 locali (16.00 in Italia) scenderanno in campo per prime Anna Chakvetadze , (n.5 del mondo) e Francesca Schiavone (n.25), seguite da Svetlana Kuznetsova (n.2) e Mara Santangelo (n. 34).
Anche se nessuno lo ammette pubblicamente (forse per scaramanzia, forse per non rompere questo clima di serenità ma massima concentrazione) è il sorteggio che ci voleva. Per tentare di portare a compimento questa mission quasi impossible, che consiste nel battere una squadra che schiera tre delle prime 10 giocatrici del mondo, bisogna sperare che l’emozione di trovarsi a casa propria, davanti a 6.500 persone, con l’obbligo di vincere in virtù di queste stratosferiche credenziali, giochi qualche brutto scherzo ad Anna o Svetlana. (nella foto, l’esterno del palazzetto di Mosca dove si gioca la finale)
Inutile nascondere che dopo l’exploit della semifinale contro la Francia (quando ha battuto Mauresmo e Golovin), Francesca Schiavone sia uno spauracchio da queste parti. Le russe la conoscono bene (e lei conosce bene loro) e sanno che nei match a squadre rende al 110%. Sanno anche che, a dispetto della differenza in classifica, il match con una giocatrice delle qualità tecniche e fisiche di Francesca è praticamente pari. E che se sul campo si traduce concretamente in un testa a testa, la criniera della leonessa rischia di tagliare sempre il traguardo per prima. Dunque per le nostre avversarie si tratta di partire di slancio, creare subito la differenza. Se ci riescono, brave: eccovi la Fed Cup. Ma se non ci riescono…
Schiavone e Santangelo hanno un tennis che sul singolo match può essere letale per chiunque. Francesca ha dichiarato di temere meno la Chakvetadze che la Kuznetsova, secondo lei meno in grado della n.2 del mondo di crearle problemi sul piano tattico. Contro la cinque del mondo Francesca ha vinto una volta e perso due. Dunque se la gioca.
Di sicuro le rotazioni non saranno penalizzate, visto che la superficie si presenta molto rugosa, una super carta vetrata, quasi crespata (vedi foto).
Staremo a vedere. Le italiane sembrano molto tranquille: non hanno niente da perdere ma nemmeno alcuna intenzione di farlo. E portavoce di questo sentire è stata proprio la Schiavone: ”Sappiamo che sono più forti, ma questo non significa affatto che abbiamo già perso. Ne abbiamo parlato molto in questi giorni. Siamo pronte ad affrontarle”.
La cerimonia del sorteggio dei match della finale è stata accompagnata da quella per il tabellone della Fed Cup 2008, che vede le azzurre partire con la testa di serie n. 2. Il primo turno, a inizio febbraio, ci vedrà opposte alla Spagna, una squadra non proibitiva che oltretutto avremo il vantaggio di affrontare in casa. Meno “allegri” gli esordi per le stesse Russe (in Israele) e per le Francesi (in Cina).

