ROLAND GARROS. La conferenza stampa di Sara Errani dopo il successo contro la Stosur. "Ho pensato solo a restare concentrata. Entrerò tra le top 10 ma ancora non me ne rendo conto"
La commozione di Sara Errani dopo il successo sulla Stosur
TennisBest – 7 giugno 2012
Sara Errani è una ragazza solare, simpatica, sorridente. Ma non perde quella naturale timidezza quando viene sommersa da una mitragliata di domande. Ecco la conferenza stampa post-match.
A inizio torneo avresti mai pensato di arrivare la finale? Avevi questo tipo di obiettivi? Ripensando al tuo percorso, qual è stato il match più difficile? Quello contro la Ivanovic o questo?
No, non pensavo a niente. Per me è incredibile. Non me l’aspettavo e adesso sono qui. Non so cosa dire. Tutti i match sono stati difficili, anche il primo turno (vinto in tre set contro Casey Dellacqua, ndr). Anzi, forse è stato proprio il più difficile. Sono felice di come ho giocato, penso di aver giocato ottime partite. Ma non è finita, ho ancora un match. Non devo pensarci.
Dopo la Schiavone inizia ad esserci una certa tradizione italiana al Roland Garros?
Non lo so. Si, Francesca ha vinto due anni fa, poi ha fatto finale. Adesso ci sono io. Siamo anche in finale in doppio. Forse si.
Hai perso recentemente dalla Stosur. Il suo servizio in kick mette in difficoltà molte giocatrici. Oggi sembra che tu abbia giocato in modo un po’ differente. Puoi parlarci della tattica? E’ stata una cosa importante per te?
Si, certo. Ci ho perso a Roma, ma dopo quella partita avevo detto che il match era dipeso anche da me, non solo da lei. Questa è stata un’ottima cosa. Meno buono il fatto che pensavo di non aver giocato una buona partita. Lei serve bene, ma io sono una buona ribattitrice. Con la Stosur era dura anche al servizio, perché anche lei risponde bene. Cercavo di leggere le sue scelte, mi concentravo su quello. Quando poi si entrava nello scambio mi sentivo bene. Lei è forte ma per me non è un problema correre. La cosa importante era uscire dai colpi di inizio gioco.
L’incontro è iniziato in ritardo a causa della pioggia. Cos’hai fatto per restare concentrata quando non eri sicura di scendere in campo? In quanto tempo sei stata pronta?
Ho dormito un po’. Non è facile perché devi pensare, allora ascolti musica, provi a non pensare alla partita. Non sai quando scenderai in campo, se pensi troppo rischi di sprecare energie. Sei nervosa così provi a rilassarti, ascoltare musica.
Che tipo di musica?
Non lo so. Qualsiasi tipo. (ride)
E’ stato un match pieno di alti e bassi. C’era molta tensione sul 4-3, ma tu non hai mai perso la calma. Di solito un giocatore alla prima esperienza in un match del genere si fa prendere dal nervosismo, invece tu hai tenuto a zero l’ultimo turno di servizio. Quali erano le tue sensazioni in quei momenti e cosa hai detto a te stessa?
Ero molto nervosa, ma allo stesso tempo concentata sulla partita. Forse lei aveva più pressione, così pensavo soltanto a quello che dovevo fare. Ho provato a dimenticarmi di tutto, di dove mi trovavo. Forse ero più concentrata del solito nei momenti più importanti perché mi sono dimenticata di tutto e provavo a mettere la palla dove volevo.
Hai detto che hai cambiato racchetta ed è stato molto importante. E’ più lunga o più larga? Qual è la differenza?
E’ più lunga.
Lunga?
Si.
Il manico è più lungo?
Si.
Perché è così importante?
Perché mi regala più potenza. Come una persona che ha le braccia più lunghe, io dovevo diventare più lunga con la racchetta. I colpi sono più potenti e veloci. Se riesci a controllarli hai più potenza.
Se fosse più lunga di un centimetro?
Potrei provarla, ma se diventa troppo lunga diventa difficile da controllare. Non so, la proverò (ride).
Giocherai la prima finale Slam ed entrerai tra le prime 10. Questo torneo è come un jackpot per te?
Come un?
Jackpot.
Forse si. Non so, non me l’aspettavo. Non mi sento come una top 10 ma adesso la diventerò, è una strana sensazione. Dopo questo torneo mi rilasserò e ci penserò. Forse il mio problema è sempre stato quello di non credere di poter vincere contro le più forti. Ma adesso ne ho battute tre di fila. Sono in finale in uno Slam. Dovrò cambiare leggermente il mio modo di pensare. Non so come spiegarlo.
Post correlati
Mea culpa
Massimo d’Adamo torna sul trionfo in Coppa Davis, per dare il giusto valore alla figura di Matteo Berrettini che...