La vittoria di Ruud a Madrid è un cerchio che si chiude per il norvegese, proprio nel momento in cui il circuito ATP è pronto ad accogliere nuovamente il suo numero uno

Foto Brigitte Grassotti

E anche Casper ha fatto 13:beato lui! In palio c’era uno di quei Master 1000 che, dopo le finali mancate di Miami 2022 e Montecarlo 2024, sembravano non volerne sapere di entrare in casa Ruud. Ci voleva l’altura di Madrid per restituirci un protagonista di peso come il norvegese, giunto all’atto conclusivo anche in due slam parigini e uno newyorkese. Una vittoria, la sua, arrivata dopo un periodo luci ombre e maturata sulla Caja Magica ai danni di un emergente di lusso come Jack Draper. Un match duro sotto il profilo fisico e nervoso vinto in parte dal nativo di Oslo, perso in parte dal mancino britannico, comunque prossimo a farsi spazio tra i primi della classe.
Un torneo, quello appena archiviato in terra di Spagna che induce tuttavia, a una domanda pruriginosa, forse un po’ capziosa. Eccola: Sinner presente, il bilancio dei primi quattro master dell’anno sarebbe stato lo stesso? Probabilmente no e anche se serve a poco, mi piace lasciarsi andare al dolce rammarico che almeno un paio dei prestigiosi appuntamenti, il nostro portabandiera li avrebbe portati a casa.

Ma il passato è  passato è ogn’altra considerazione è rimandata ai campi del Foro dove, tolto Djokovic,  da oggi ci saranno proprio tutti.
Da Fontana di Trevi intanto arrivano voci su un possibile derby tra Sinner e Pallino Cinà se quest’ultimo dovesse avere la meglio su Mariano Navone, coriaceo argentino già tra i primi trenta del mondo.
Insomma il torneo capitolino sarà un’occasione d’oro per riconfermare le giuste gerarchie e fare luce su nuove leve in cerca di gloria. E quando tra due settimane calerà il sipario ne sapremo molto di più.