Il serbo accetta la sconfitta e guarda il bicchiere mezzo pieno: “Ho ritrovato buone sensazioni”

Novak Djokovic deve ancora rimandare il suo appuntamento con il 100° titolo nel circuito ATP: il serbo è stato sconfitto a sorpresa da Jakub Mensik nella finale del Masters 1000 di Miami. Una settimana positiva per il 24 volte campione Major, che però è stato battuto da un avversario giovane e in grande spolvero nell’ultimo atto.
Il serbo ha preferito non parlare del problema di congiuntivite all’occhio che potrebbe averlo condizionato durante la finale e ha riempito di complimenti il tennista ceco: “Perdere non è mai piacevole, ma devo confessare che Jakub è uno dei pochi giocatori contro cui non mi dispiace così tanto chiudere con una sconfitta. L’ho conosciuto quando aveva 15 o 16 anni, e l’ho invitato ad allenarsi con me a Belgrado. Vedere la sua crescita è straordinario. Già tre o quattro anni fa ero convinto che sarebbe diventato uno dei migliori al mondo, e mi rende molto felice che stia sfruttando così bene il suo potenziale.”
Ancora sull’occhio e sulle condizioni di gioco: “Non voglio togliere nulla alla vittoria di Mensik parlando di certe cose. Non intendo cercare scuse per la mia sconfitta. Le condizioni sono uguali per entrambi e vanno accettate. Ovviamente c’è amarezza per aver perso la finale, ma sono contento di aver ritrovato buone sensazioni sia dentro che fuori dal campo. Sono grato per il supporto ricevuto e soddisfatto del livello che ho espresso in settimana, salvo oggi.”
Djokovic ha poi sottolineato la qualità di Mensik: “Ha un gioco estremamente completo. Il suo servizio è davvero incredibile, potente e preciso, e questo gli permette di guadagnare molti punti facili e veloci. È un giocatore fisicamente forte che si muove molto bene sul campo, con un rovescio impressionante e un diritto molto migliorato rispetto al passato. La cosa più bella è che ha ancora margini di miglioramento in tutti gli aspetti del gioco. Apprezzo molto anche il suo spirito competitivo e la sua costanza nel mantenere pressione sull’avversario grazie al suo servizio.”