Il coro è unanime: la crisi che sta imperversando a causa dell’emergenza coronavirus sta coinvolgendo in modo diretto il mondo dello sport. Dalle sue fondamenta principali, dalla base su cui si poggia l’intera macchina organizzativa. Per ogni evento in tv non trasmesso, per ogni manifestazione Atp o Wta cancellata, ci sono migliaia di addetti ai lavori che sono in attesa di conoscere il proprio destino. Maestri, istruttori, preparatori atletici o semplicemente ‘collaboratori sportivi’, termine con il quale si identifica un settore quantomai articolato ma, giuridicamente, praticamente inesistente.
In esclusiva per Il Tennis Italiano, abbiamo raggiunto telefonicamente Luciano Botti, presidente del PTR Italia (Professional Tennis Registry), un’associazione internazionale che si prefigge di educare, servire e formare in maniera professionale gli insegnanti di tennis di tutto il mondo: “Il nostro movimento è in una fase di crisi generale. Sono tanti gli aspetti colpiti da questa emergenza, i maestri e gli istruttori sono forse la categoria più a rischio, in quanto meno tutelati sotto tanti punti di vista. Eccetto rari casi, le entrate economiche sono state azzerate. Purtroppo non è un lavoro riconosciuto professionalmente: tutto si basa sul concetto di ‘dilettantismo’, quindi chi ha come unica fonte di guadagno l’attività nei circoli sportivi non è minimamente tutelato”.
In Italia, infatti, la professione di insegnante di tennis non ha alcun riconoscimento giuridico. Un vizio ed un buco a livello istituzionale che, in un momento del genere, non può che far da traino a tutte le problematiche che si innescano in maniera consequenziale. Un controsenso, se consideriamo la mole di lavoratori che ogni giorno con estrema dedizione contribuisce a rendere florido un movimento in costante crescita.
Eppure, nel lontano 2002, qualche, seppur tardivo, segnale dalle amministrazioni nazionali arrivò: la deputata della Lega Nord Francesca Martini riuscì a portare in Parlamento un disegno di legge che mirava a stabilizzare e a dare un inquadramento alla professione. Risultato? Secca bocciatura, in quanto la Commissione reputò inammissibile e contraria ai principi di concorrenza il ruolo della Fit, che nel progetto sarebbe stata l’unico organo formativo per gli insegnanti. Da lì in avanti, furono mossi pochissimi passi a livello parlamentare per dare un consono inquadramento a migliaia di lavoratori: “Al momento della ripresa regolare delle attività – ha proseguito il presidente - sarebbe necessaria una regolarizzazione della posizione del maestro. Sono stati fatti vari tentativi, ma il discorso è molto complesso. Ancora oggi il mercato non richiede la figura del professionista: la maggior parte dei club tennistici si avvalgono di volontariato o associazioni senza scopi di lucro. Se un maestro dovesse effettivamente avere una posizione riconosciuta i prezzi delle lezioni si alzerebbero a dismisura, diventerebbe difficile collocarli all’interno del mercato attuale”.
Botti, che maestro lo è stato, prosegue nella sua disamina osservando il cambiamento a livello economico del potere di acquisto dei lavoratori del settore: “Quando ero maestro guadagnavo circa 40 marchi all’ora, che allora era pressapoco il valore di una notte in un hotel di lusso. La stessa camera ora viaggia intorno ai 150/200 euro. Il potere di acquisto che avevamo noi maestri era completamente diverso rispetto a quello di oggi: c’è uno scompenso di mercato molto importante, nonostante il tennis sia un movimento attivo. Ora è sempre più difficile pensare il lavoro di istruttore di tennis come un'attività principale, anche per una sorta di inflazione che si è generata nel numero di maestri che fanno calare il prezzo della singola ora di attività”.
Uno scenario quantomai complesso, reso ancora più tortuoso dalla situazione di stasi che il tennis e lo sport in generale stanno vivendo in questo periodo.
Nonostante il caos generale, tra le misure a sostegno del mondo sportivo, l’articolo 96 del decreto “Cura Italia” del 18 Marzo 2020 prevede un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro - che sarà riconosciuta da Sport e Salute S.p.A - per i rapporti di collaborazione già in essere alla data del 23 febbraio 2020 “presso federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, società e associazioni sportive dilettantistiche” di cui all’art. 67, comma 1, lettera m), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
Ad oggi, nonostante lo spiraglio di speranza anche per quei lavoratori privi di partita Iva e senza regolare contratto, non esiste alcun modulo di presentazione della domanda o alcun format di autocertificazione. Secondo il Presidente del Ptr, tra l’altro, molti richiedenti potrebbero andare incontro a complicanze di livello burocratico: “Anche chi potrà usufruire dell’indennizzo di 600 euro sicuramente continuerà ad avere difficoltà economiche. Tra l’altro molti contratti sono vecchio stampo e non più adeguati, questo potrebbe essere un problema per la presentazione delle domande e l’invio corretto di tutta la documentazione necessaria. Le situazioni operative sono diverse da paese a paese, ma abbiamo situazioni molto simili in tutto il mondo. Sono in contatto personalmente con i responsabili delle varie nazioni in giro per il mondo. A Shanghai mi hanno detto che sono circa al 30% della loro attività, piano piano stanno riprendendo. In altre nazioni non c’è stata la giusta reazione, credo che l’Italia nonostante l’emergenza sia stata tempestiva, sono abbastanza convinto che nei prossimi giorni avremo i risultati dei nostri sacrifici, anche se la situazione rimane durissima”.
Per andare incontro alle più disparate esigenze in un momento di confusione generale, tra gli altri servizi il Professional Tennis Registry offre soluzioni di consulenza fiscale e, per gli iscritti, dei corsi online che si avvalgono del metodo Webinar, una sorta di seminario interattivo che rende possibile la partecipazione in forma remota tramite una connessione internet:“Il feedback dei maestri è estremamente positivo. Ultimamente abbiamo offerto un percorso sull’aspetto mentale ed un altro sul tennis management. In questo momento così particolare abbiamo deciso di venire incontro ai soci e di offrire dei webinar nuovi completamente gratuiti. I numeri sono incoraggianti, nei prossimi appuntamenti contiamo di avere anche Riccardo Piatti tra i nostri ospiti per un intervento di un’ora. Credo sia una tecnologia da sfruttare e nella quale andranno implementate sempre più funzioni”.