Tra finali in mezzo alla settimana e ranking che saltano turni, il tennis somiglia sempre più al calcio moderno, che tende a frammentare e disperdere i vari impegni

Foto di Ray Giubilo

Finali che si disputano in mezzo alla settimana, tornei a due velocità, classifiche che saltano turni. Già vedere le giornate della serie A di calcio spalmate su tre o anche quattro giorni ci lascia perplessi, malgrado non siamo nostalgici della “domenica alle 15 tutti in campo”, però il tennis spezzatino no, non ci piace proprio. I tornei di Tokyo e Pechino sono cominciati mercoledì scorso, in Giappone si è giocata oggi la finale, in Cina è in programma domani. Ma solo nel “500” degli uomini, perché il “1000” delle donne si chiuderà regolarmente domenica. Era già successo nello scorso agosto, con la finale di Toronto che si giocò di giovedì, mentre a Cincinnati l’ultima giornata si svolse di lunedì, con i finalisti maschili e femminili impegnati già il giorno dopo nel primo turno del maxi torneo-esibizione di doppio misto agli Us Open. Perché anche la programmazione a volte suona bizzarra: a Pechino Tien scenderà in campo domani per la finale contro Sinner e sarà la sua quarta partita negli ultimi quattro giorni, per Jannik invece sarà “solo” il terzo giorno lavorativo di fila.

E le classifiche? Siamo abituati a vederle pubblicate ogni lunedì, ma è già successo – proprio per la doppietta Toronto-Cincinnati – che siano state rese note a metà settimana, con l’aggravio poi che, dato che vengono stilate con i risultati delle ultime 52 settimane, in quella occasione abbiano tenuto conto per qualche giorno anche dell’open canadese del 2024…
Tutto nasce soprattutto dal gigantismo dei “Master 1000” con 96 giocatori in campo e 12 giorni di durata (ma Tokyo aveva un banale tabellone a 32 giocatori), con l’espediente di far giocare due super tornei nell’arco di tre settimane, cosa che ha già sollevato parecchi mugugni tra gli stessi atleti. Ma soprattutto, siamo sicuri che questa deriva delle finali a metà settimana venga incontro ai bisogni e ai gusti degli appassionati? Secondo noi no, può creare solo confusione, oltre ai problemi che evidentemente può comportare il fatto di assistere in un normale giorno di lavoro alla finale di un torneo.

«E’ il nuovo tennis, bellezza! E tu non ci puoi fare niente, niente!», Viene voglia di parafrasare Humphrey Bogart e una delle battute più celebri nella storia del cinema. Ci abitueremo anche a questo nuovo calendario tennistico? Francamente speriamo di no. Anche lo spezzatino più gustoso, se cucinato male, può risultare indigesto.