L’Italia di Quinzi e Baldi vola in finale alla Davis Cup Junior. C’è da gioire, ma la storia di questa competizione è fatta di campioni, ma anche di “bidoni”. Vincere fa bene, ma i nostri non sono ancora giunti al bivio.
Filippo Baldi impegnato durante la Davis Cup Junior
Di Riccardo Bisti – 29 settembre 2012
Rafael Nadal è uno dei migliori giocatori di sempre, è stato numero 1 e ha vinto 11 Slam. Thomas Messmer è stato al massimo numero 498 ATP e ha giocato la sua ultima partita ufficiale a 22 anni di età. Però hanno qualcosa in comune: sono stati entrambi decisivi affinchè la loro nazione vincesse la Coppa Davis Junior, evento a squadre organizzato dall’ITF a partire dal 1985. Inizialmente denominata “Youth Cup”, nel 2002 hanno pensato bene di “pomparla” dandogli il nome della sorella maggiore, la mitica zuppiera donata 112 anni fa da Dwight Davis. Nella finale del 1995 contro la Repubblica Ceca, il tedesco Messmer battè Petr Kralert e diede il via al trionfo teutonico. In piena era Becker-Graf-Stich, i tedeschi erano convinti di avere i ricambi. Invece il povero Thomas si è rivelato un “bidone”. Nel 2002, in una finale giocata in Francia, Rafael Nadal battè lo statunitense Brendan Evans assicurò alla Spagna il punto del 2-0. In 27 anni, nella Davis Cup Junior sono transitati giocatori di ogni tipo. Oltre a Nadal, l’ITF ricorda orgogliosamente Federer, Roddick, Safin, Kafelnikov, Kuerten, Courier e Hewitt. Tutta gente che è diventata numero 1 ATP, senza considerare Goran Ivanisevic e Michael Chang, vincitori Slam. Ma accanto a loro sono transitati decine (centinaia?) di “bidoni”, di cui Messmer è solo lo sfortunato paradigma. Questa lunga premessa serve per farci capire che dobbiamo gioire ma non esaltarci per la finale raggiunta dall’Italia di Gianluigi Quinzi e Filippo Baldi nell’edizione 2012, in corso presso l’immenso Real Club Polo di Barcellona.
Gli azzurrini hanno stravinto il girone eliminatorio contro Egitto, Cina e Svezia, poi hanno superato la Francia nella temuta semifinale. Quinzi e Baldi hanno sbrigato la pratica già nei singolari, in cui è giunto l’unico set perduto dagli azzurri, almeno in singolare. Ma si tratta di un grande risultato, poiché Gianluigi Quinzi ha schiantato alla distanza il “colored” Johan Sebastien Tatlot, lo stesso da cui aveva perso meno di due mesi nella finale della Summer Cup (l’evento che qualifica per la Davis Junior). Allora gli azzurri vinsero grazie al successo di Baldi e al doppio. Stavolta abbiamo chiuso 2-0 in virtù dei successi di Quinzi e Filippo Baldi, che ha confermato la superiorità su Quentin Halys: in Summer Cup lo aveva battuto 6-4 6-2, in Davis gli ha rifilato 6-2 6-4. Nella finale, in programma domenica, gli azzurrini se la vedranno con l’Australia capitanata dal mitico Mark Woodforde, uno dei migliori doppisti di tutti i tempi. Nell’altra semifinale, i canguri hanno battuto 2-0 gli Stati Uniti in virtù dei successi di Harry Bourchier e Thanasi Kokkinakis. Mentre l’Italia è ancora imbattuta, l’Australia ha perso un match nel girone eliminatorio, quando Bourchier ha ceduto allo spagnolo Jaume Antoni Munar. Non sarà un match semplice, anche se i numeri sono tutti dalla nostra parte. Nel ranking mondiale under 16, stilato da Tennis Europe, Gianluigi Quinzi e Filippo Baldi sono rispettivamente primo e sesto. Il primo australiano è proprio Bourchier, 28esimo, mentre Kokkinakis è addirittura in 1083esima posizione ma perché ha già iniziato l’attività da professionista, azzerando quella junior. Basti pensare che è già numero 859 ATP, due gradini sotto a Quinzi perché ha giocato tre tornei in più (hanno lo stesso numero di punti: 14). Difficile fare pronostici, e comunque un successo servirebbe soprattutto alla propaganda della nostra federazione.
Se Filippo e Gianluigi dovessero fare l’impresa, non ci sarebbe da stupirsi a leggere titoli del tipo “L’Italia ha vinto la Davis!”. Lo strombazzamento, oltre che poco gradevole, è poco producente. Per questo è giusto citare i casi di Nadal, ma anche quelli di tanti “bidoni” che hanno vinto questa competizione. Papà Luca e mamma Carlotta, i genitori di Quinzi, sono autorizzati agli scongiuri. Lo stesso vale per Leonardo Baldi, papà di Filippo (seguito dal giovane coach Stefano Dolce). Ma la storia è una grande maestra. Ci autorizza a sperare (e in questo caso siamo vivamente ottimisti), ma ci obbliga a tenere i piedi per terra. Al di là del risultato di domani, i due Golden Boys del tennis italiano dovranno continuare a lavorare duramente senza farsi distrarre da facili sirene. In questo senso sarà fondamentale l’aiuto di tecnici e famiglie. Nella speranza che questa Davis Cup Junior (dove lo scorso anno perdemmo in finale contro la Gran Bretagna) sia il primo passo verso una nuova era per il tennis italiano. Un punto di partenza vero, perché la bacheca azzurra è già piena di trofei che alla fine non contano nulla. Questo deve essere chiaro nella testa di tutti.
DAVIS CUP JUNIOR
SEMIFINALE
ITALIA b. Francia 2-0
Filippo Baldi (ITA) b. Quentin Halys (FRA) 62 64
Gianluigi Quinzi (ITA) b. Johan Sebastian Tatlot (FRA) 36 63 61
FINALE
ITALIA vs. AUSTRALIA
L'ALBO D'ORO
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