Si chiude una stagione sul rosso sicuramente positiva per Flavio Cobolli, che nonostante la sconfitta contro Zverev si dice soddisfatto del suo percorso a Parigi

PARIGI – «Lascio Parigi contento per il mio torneo. Non mi reputo al di sotto del livello dei migliori, quando gioco con i più forti sento di poter reggere lo scambio, e da questo, e dalle belle parole di Sascha a fine partita, ripartirò». Flavio Cobolli si aspettava probabilmente di poter impensierire di più Zverev, ed invece si è dovuto accontentare di aver spaventato il numero 3 del mondo solo in occasione dei due break ottenuti nel secondo set (2-0 e 4-2), purtroppo per lui subito restituiti. «Lì si è decisa la partita – le parole di Zverev – lui sta giocando un gran tennis, non è stato come affrontare un qualificato o un “lucky loser”. Aveva appena vinto ad Amburgo, l’ho affrontato con grande rispetto e sono contento di aver lottato e vinto».
«All’inizio ho sofferto di… inesperienza – la tesi di Flavio – non sono abituato a giocare sul Centrale, sono entrato subito in crisi, poi però sono salito di livello, nel secondo set credo di aver giocato meglio io, ma non è bastato». Cobolli è lucido nell’analizzare i motivi di una sconfitta in tre set. «Sicuramente non ho servito al meglio, e poi il “kick” da sinistra, una delle armi che uso più spesso, finiva sempre sul rovescio di Zverev, il suo colpo migliore. Ho provato anche a variare, ma non era giornata. Soprattutto ho sentito la stanchezza di due settimane senza respiro, cinque partite giocate ad Amburgo (torneo vinto, nda) e tre a Parigi, non sono abituato a questi ritmi, fisicamente e mentalmente. Devo assolutamente prendermi un po’ di riposo, una settimana e deciderò la marcia di avvicinamento a Wimbledon»