Niente lieto fine per il giocatore azzurro in Portogallo, ma questa settimana può dare una svolta alla sua stagione

Non c’è stato il lieto fine per Andrea Pellegrino al Challenger di Estoril, ma questa settimana in Portogallo deve dare fiducia al giocatore azzurro in vista della seconda parte della stagione. L’attuale numero 237 del mondo – che guadagnerà una settantina di posizioni nel ranking ATP grazie a questo prestigioso risultato – non è riuscito a ribaltare il pronostico contro il secondo favorito del seeding Alex Michelsen che ha meritatamente sollevato il trofeo oggi pomeriggio. Benché non sia uno specialista della terra rossa, il giovane americano ha dimostrato di poter essere efficace anche su questa superficie e ha prevalso con lo score di 6-4 6-4 in un’ora e 14 minuti di gioco.

Andrea ha iniziato il match con il giusto piglio procurandosi tre palle break consecutive nel secondo game, ma Alex è stato bravo a sventare l’allungo e non ci ha messo molto tempo per iniziare a carburare. L’americano ha strappato per la prima volta il servizio al rivale sul 2-2 ma è stato immediatamente ripreso, a testimonianza dei progressi effettuati dall’azzurro sotto il profilo della tenuta mentale.

Purtroppo per Pellegrino, Michelsen ha innalzato ulteriormente il suo livello nel fatidico settimo game e non si è più voltato indietro, archiviando la prima frazione in 37 minuti e indirizzando la sfida dalla sua parte. Il secondo set ha avuto un andamento pressoché identico: il numero 38 del mondo è stato rimontato da Andrea nel suo primo tentativo di fuga, ma non si è disunito e ha piazzato il break decisivo sul 3-3 approfittando di qualche incertezza del suo avversario.

L’italiano ha sfoderato un’ottima prestazione anche oggi, ma ha pagato la tensione in alcuni momenti e il rendimento del suo servizio – soprattutto con la prima – è stato decisamente inferiore rispetto a quello dello statunitense. Resta comunque una settimana eccellente per Pellegrino, che si è tolto la soddisfazione di battere giocatori del calibro di Dusan Lajovic, Felix Auger-Aliassime, Nicolas Jarry e Aleksandar Vukic.