Personaggio atipico, Colton Smith è arrivato a Indian Wells come numero 261 del mondo. Prima d’ora non aveva mai giocato un torneo ATP del tour maggiore

Foto di Ray Giubilo

Siamo nel deserto californiano, le temperature sono alte, i riflettori sono accesi e arrivano in tanti ad ammirare la meraviglia del Sunshine Double. Di cose strane qui a Indian Wells ne capitano: l’anno scorso, ad esempio, uno sciame d’api ha invaso il campo centrale all’inizio della partita tra Alcaraz e Zverev. Alcaraz e l’arbitro sono stati perfino punti, il gioco è stato interrotto per un paio d’ore e c’è voluto il pronto intervento di un apicoltore, il supereroe dell’occasione. Quest’anno, invece, è possibile notare qualcuno aggirarsi tra gli spalti con gli stivali da cowboy e i tatuaggi sul braccio. Non è un turista e non è un viaggiatore di passaggio, è Colton Smith, il giocatore americano che ha battuto Flavio Cobolli al primo turno. Approdato nel main draw dalle qualifiche, dove aveva sconfitto il nostro ex top 10 Fabio Fognini e Pavel Kotov, il nativo di Washington si sta facendo largo tra i migliori giocatori del circuito.

Atleta dell’università dell’Arizona, Smith si aggira tra i campi in jeans e in pieno stile cowboy: “Non voglio che il tennis sia necessariamente la mia identità. Gioco a tennis quando sono là fuori, ma fuori dal campo, credo di essere Colton Smith. Ho altri motivi e valori nella vita, quindi è divertente essere me stesso“. Fino a otto mesi fa, era persino fuori dalla top 1.600 della classifica ATP, ma dopo aver vinto il Challenger di Cleveland ha raggiunto il suo best ranking come numero 259 del mondo. E sapete come ha speso il prize money? Facendo shopping in un negozio specializzato in articoli per la pesca a mosca. Questo infatti è uno dei suoi hobby preferiti, tanto che in hotel con sé, oltre al borsone da tennis, ha due canne da pesca, una canna da spinning pieghevole e una canna da mosca in quattro pezzi. La settimana scorsa si trovava a San Diego con il suo allenatore, ed essendo vicino all’oceano poteva essere una buona occasione per pescare, così Smith ha infilato tutto in borsa e ha portato tutte le attrezzature a Indian Wells.

Credo sia fantastico perché penso sempre che se il tennis non funziona, allora farò la guida di pesca e sarò altrettanto felice di farlo. E quindi questo è un po’ il mio piano pensionistico.- ha detto Smith – Ma è anche bello, perché sento che il tennis non è necessariamente la mia identità, potrei andarmene e fare tante altre cose. Quindi se ho una brutta giornata giocando a tennis, non necessariamente ferirà troppo il mio ego o qualcosa del genere“. Il giocatore americano ha le idee chiare su come gestire la sua vita e il suo futuro e ha deciso di non prendere troppo sul serio la carriera da tennista. Ciò non toglie che i risultati li sta dando: impegnato nelle competizioni inter-universitarie negli Stati Uniti, è il singolarista più vincente dell’università dell’Arizona e occupa attualmente la terza posizione nella classifica di singolare dell’ITA (Intercollegiate Tennis Association). È grazie a queste sue prestazioni che si è qualificato per l’ATP Next Gen Accelerator, che garantisce l’accesso diretto agli eventi dell’ATP Challenger Tour.

Fuori dal campo, però, Smith ha molti altri interessi che lo tengono impegnato. Molte delle sue passioni e dei suoi amori sono raffigurati nei tatuaggi sul suo braccio sinistro: un orso, un alce, un cervo e lui stesso che cammina con il suo cane Raymond, soprannominato “Ray Ray”. L’affetto per i cani l’ha spinto di recente, durante un viaggio in campeggio in Arizona, a salvare e ad adottare un cucciolo, Maggie, che probabilmente era stato maltrattato e abbandonato. Il suo amore per gli animali si è riversato anche nell’arte: Smith ha una pagina Instagram piena di ritratti di animali domestici e ha creato opere d’arte per le persone del circolo di tennis locale per aiutarle a pagare le loro spese.

Cresciuto in una fattoria a Washington, il campione di tennis universitario ha vissuto nella stessa casa per tutta la vita e ha iniziato a giocare a tennis all’età di sette anni, sognando già di diventare un professionista. “Non ho mai davvero voluto un lavoro convenzionale, avere un lavoro d’ufficio o qualcosa del genere. E quindi ho pensato, ‘Se riesco a trovare un modo per evitare di fare qualsiasi tipo di lavoro che mi faccia sentire come un lavoro, allora è quello che proverò a fare’“, e così Smith ha puntato il tennis: “Il tennis è sempre rimasto lì, ed è qualcosa che mi piaceva molto fare e che amavo e sì, era qualcosa che volevo provare a fare per la mia carriera“. E la sua carriera sta decollando, ritrovandosi in un Masters 1000 circondato dai migliori giocatori al mondo che prima poteva guardare solamente da dietro un televisore.

Lo statunitense ha cercato di salire tra i 25 e i 50 posti ogni mese e fino a qui la missione è stata quasi semplice. Sicuramente il piazzamento a Indian Wells gli conferirà ulteriori punti per salire in classifica, comunque vada Smith guarda lontano sperando di riuscire a realizzare il suo sogno nel cassetto: “Alla fine, voglio guadagnarmi da vivere bene e ritirarmi dal [tennis] e spero di guadagnare abbastanza soldi per comprare un grande ranch e vivere di quello. Ma penso che Top 50, Top 25, non direi che non siano obiettivi ragionevoli o qualcosa del genere. È qualcosa che ho sempre voluto fare da quando ero più giovane. E quindi essere in grado di essere in una posizione in cui mi ritrovo effettivamente a inseguire quegli obiettivi è ancora piuttosto bello“.