Si dice da tempo che Camila Giorgi abbia i mezzi per compiere un exploit in un grande torneo. La maceratese ci prova a Wimbledon, dove grazie allo splendido successo contro la Makarova ha conquistato per la prima volta i quarti in un torneo dello Slam. Dovrebbe affrontare Serena Williams, ed è una delle poche a non soffrirla psicologicamente.Perfetta. Nel torneo giusto e nel momento giusto. I grandi risultati nascono anche così, dalla capacità di giocare al massimo quando il contesto lo richiede, per prendere uno di quei benedetti treni che transitano poche volte nella vita. Camila Giorgi in passato se n’è lasciati scappare tanti, col suo tennis estremamente offensivo che divide a metà gli italiani, tracciando un solco fra chi lo adora e chi invece non lo tollera, ma stavolta ha messo tutti d’accordo salendo al volo su uno dei più prestigiosi, che l’ha portata dritta dritta nei quarti di finale di Wimbledon. Per fare qualche chilometro in più rispetto agli ottavi del 2012 c’era da battere Ekaterina Makarova, ex top-10, già frequentatrice di un paio di semifinali Slam, e l’azzurra l’ha fatto vestendo l’abito da grandi occasioni, quello che negli anni ha fatto sperare di vederla arrivare molto di più in alto della 30esima posizione, facendone dimenticare i difetti e brillare solo i pregi. Proprio come avvenuto nel 6-3 6-4 imposto alla trentenne di Mosca, che non ha giocato neanche male, ma ne aveva semplicemente di meno. Quando il tennis della Giorgi funziona con tale continuità è facile sentirsi impotenti, ed è ciò che deve aver provato la Makarova sul Campo 12 dell’All England Club, quando dopo una prima mezz’ora di studio l’azzurra ha calcato il piede sull’acceleratore e non l’ha più tolto, scappando via in un baleno. Nel bene o nel male ha deciso lei l’esito di quasi tutti gli scambi, trovando il break del 4-2, restituendolo ma poi prendendosene subito un altro e poi un altro ancora, pressando da fondo e venendo – all’occorrenza – a chiudere i punti a rete. Il tutto senza dare all’avversaria la possibilità di reagire, di capire, di partecipare. La partita è finita lì, in quel parziale di sei giochi a uno che dal 2-2 del primo set ha spedito l’azzurra sul 6-3 2-0, mostrandole la strada per conservare il vantaggio fino alla fine.CAMILA NON HA PAURA DI SERENA
Per tutto il secondo set la Giorgi ha giocato su una nuvola, limitandosi a tenere sempre il servizio dopo il break iniziale, quasi senza accorgersi delle difficoltà. È stata glaciale nell’ottavo game, quando la Makarova si è portata sullo 0-30 e lei ha risposto con due punti super e altrettanti servizi vincenti, e poi ancora nell’ultimo, sul 5-4, quando a un passo dal KO la russa ha provato il tutto per tutto, mettendo in campo anche l’esperienza. Camila ha mancato un primo match-point con un doppio fallo, poi un secondo, quindi un terzo, ma quando la Makarova si è guadagnata una palla del 5-5 le ha fatto capire che stavolta proprio non c’era verso. Ha servito una gran prima a uscire, ha sparato un diritto rischiosissimo dall’altra parte e due punti dopo ha tagliato il traguardo, prendendosi il suo primo quarto in un torneo del Grande Slam. Un risultato che qualche tempo fa per il nostro tennis era diventato la normalità, ma in un periodo di magra assume uno spessore ancor maggiore, specie se si considera che per ritrovare uno Slam con una sola italiana in tabellone bisogna tornare indietro di tantissimi anni. L’attenzione era puntata esclusivamente su di lei e si direbbe che le ha fatto bene, aiutandola a prendersi un risultato reso ancor più gustoso dalla provenienza, visto che delle Fab Four del nostro tennis l’unica capace di mettere piedi nel Last 8 Club di Wimbledon è stata Francesca Schiavone, dopo Lucia Valerio, Laura Golarsa e Silvia Farina. Non ce l’hanno fatta Errani e Vinci, non ce l’ha fatta Flavia Pennetta, mentre ci è riuscita Camila, confermando il suo meraviglioso feeling con l’erba, che le ha dato primo titolo WTA e primo quarto Slam, nel Major più pazzo degli ultimi anni. Vien quasi da rammaricarsi che in un torneo che non ha portato ai quarti nemmeno una top-10 a lei tocchi Serena Williams, la più forte di tutti i tempi (sempre che batta la Rodina, ma pare scontato). Tuttavia, si dice da sempre che quando è in giornata la Giorgi può battere chiunque: quale occasione migliore per dimostrarlo una volta di più?
WIMBLEDON – Ottavi di finale donne
Camila Giorgi (ITA) b. Ekaterina Makarova (RUS) 6-3 6-4
Circa l'autore
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...