RANKING ATP-WTA: Ecco chi ha fatto i maggiori progressi in classifica dopo l'Australian Open. Dalla solidità di Ferrer al ritorno di Youzhny, passando per le favole di Zhang e Konta. Ma c'è anche chi piange perché non ha confermato i risultati dell'anno scorso… 

I tornei del Grande Slam rivoluzionano la classifica. Per i malati di numeri, il lunedì successivo a un Major è sempre un giorno di grandi soddisfazioni perché la montagna di punti in palio consente le rivoluzioni più improbabili. A dire il vero, l'Australian Open 2016 non ha generato cataclismi, confermando il dominio di Novak Djokovic, Andy Murray e Roger Federer. Nessuna variazione tra i top-5 ATP, mentre nelle retrovie c'è stato qualche spostamento significativo.

 

CHI SALE….

 

DAVID FERRER 6 (+2)

Due cattivi tornei lo avevano ridimensionato, invece in Australia ha giocato benissimo. Perfetto fino ai quarti, ha giocato un match più che dignitoso contro Andy Murray, scippandogli un set. Il nostro direttore ha scritto che andrà personalmente a Valencia a stringergli la mano se dovesse chiudere un altro anno tra i top-10. Le premesse sembrano esserci.

 

MILOS RAONIC 11 (+3)

Mancano 230 punti al rientro tra i top-10. E' solo questione di tempo per un giocatore che quest'anno nutre ambizioni stratosferiche. Ripensando al suo Australian Open, resta il dubbio di come sarebbe andata con Murray se non si fosse fatto male a metà terzo set. Se il fisico lo lascia in pace, potrebbe avvicinare i top-5

 

GAEL MONFILS 17 (+8)

Ha avuto un tabellone molto semplice, acciuffando i quarti senza affrontare un solo top-50 ATP. Ma la classifica si costruisce anche grazie ai colpi di fortuna e lui è stato bravo ad approfittarne. Il suo obiettivo stagionale è ritrovare i top-10, magari salire anche un po' più in alto. Le qualità ci sono tutte, ma ci vuole continuità.

 

ANDREY KUZNETSOV 52 (+22)

Ogni Slam regala una storia (più o meno…) proletaria. E' il caso del russo, ex campione di Wimbledon junior che non si è confermato a certi livelli. Andrey ha un pregio: è un ragioniere con la racchetta. Lo scorso anno doveva difendere i 90 punti del terzo turno allo Us Open ma avrebbe dovuto giocare le qualificazioni, allora ha preferito evitare la trasferta negli States per giocare il challenger di Manerbio. Punti difesi senza colpo ferire. Il suo gioco ricorda vagamente quello di Berdych, ma la qualità è diversa.

 

MIKHAIL YOUZHNY 70 (+14)

Grande assente in Australia, ma vale la pena citarlo. Precipitato fuori dai top-100 dopo un disastroso 2015, è andato nel sud-est asiatico a giocare tre tornei challenger…e li ha vinti tutti! Doppietta a Bangkok, successo a Manila, gennaio gli ha fruttato 270 punti ATP, quasi quanto un quarto di finale a Melbourne. Chi ama il suo stile, il suo bel rovescio a una mano, può gioire: quest'anno lo vedremo ancora nei grandi tornei.

 

PIERRE HUGUES HERBERT 140 (+27)

Ci si domanda come sia possibile che uno con il suo talento non sia mai andato oltre il numero 92 ATP. A Melbourne ha passato le qualificazioni, si è spinto al terzo turno e ha giocato un match più che dignitoso contro Tsonga. Si è scoperto ottimo doppista e non vorremmo che tale “spinta” sia pericolosa per la sua carriera da singolarista. Quest'anno compirà 25 anni e l'ingresso in pianta stabile tra i top-100 è l'obiettivo minimo.

 

RADEK STEPANEK 164 (+24)

Ha acciuffato la finale in doppio e per poco non vince il titolo insieme a Daniel Nestor. Insieme fanno 80 anni, ma sono l'esempio di come la classe non abbia età. In singolare ha passato le qualificazioni e poi si è spinto al secondo turno contro Wawrinka, a dimostrazione che anche non è affatto sfiorito. Nell'anno dei 38, ci si domanda quali siano i suoi obiettivi. Nel frattempo, la prossima settimana lo vedremo al challenger di Bergamo.

 

STEPHANE ROBERT 165 (+60)

Per la seconda volta, l'Australian Open gli ha regalato una favola. Due anni fa, da lucky loser, si spinse addirittura negli ottavi di finale. Questa volta le qualificazioni le ha passate e si è arreso soltanto a Monfils al terzo turno, non prima di aver giocato uno dei punti più belli del torneo. La sua vittoria contro Rajeev Ram al secondo turno è stato uno dei momenti più emozionanti. Bravissimo, tenendo conto che compirà 35 anni.

 

DI WU 168 (+75)

Ottimo lavoro di Davide Sanguinetti: questo ragazzo ha buone qualità e le ha mostrate sia in Australia, dove ha passato le qualificazioni, che al challenger di Maui, dove ha battuto signori giocatori come Noah Rubin e Kyle Edmund. Dopo tante meraviglie tra le donne, la Cina ha trovato un giocatore “vero” anche tra gli uomini?

 

ANGELIQUE KERBER 2 (+4)

Visto che Serena Williams è un'extraterrestre, il numero 2 WTA è la migliore classifica possibile. E lei, in una magica notte australiana, si è permessa di battere l'UFO americano. Da oggi in poi potrebbe anche perdere ogni partita, ma i sacrifici compiuti in 25 anni sono stati ripagati. Fino all'ultima goccia di sudore.

 

JOHANNA KONTA 28 (+19)

Jacopo Lo Monaco era convinto che avrebbe chiuso la stagione tra le top-20. Adesso deve rivedere il suo giudizi: chissà che non possa avvicinarsi alle prime 10. Tira una delle migliori seconde palle del tour (la migliore?) e possiede una testa molto fine. Un problema intestinale le impedirà di giocare in Fed Cup, ma è destinata a diventare una protagonista del tour.

 

MARGARITA GASPARYAN 42 (+16)

La vittoria su Sara Errani al primo turno ha un grosso valore. Sullo slancio, si è spinta fino a Serena Williams e non poteva chiedere di più al suo torneo. Per adesso, ogni volta che si pronuncia il suo nome, si fa riferimento al rovescio a una mano. Quando vincerà qualcosa di importante, ci dimenticheremo di questa particolarità tecnica. Tra le prime 30 ci arriva già quest'anno, poi andrà valutata la sua capacità di affrontare le migliori.

 

ANNA LENA FRIEDSAM 52 (+30)

Non si fosse fatta male sul più bello, avrebbe battuto la Radwanska e sarebbe arrivata nei quarti. E' molto potente, abbastanza completa, e tira uno dei migliori servizi del tour. Indoor vale tantissimo ed è stata fortunata a giocare qualche match sotto il tetto. Per sua sfortuna, pochi tornei si giocano nei palazzetti. Ma è un ottimo prospetto. I tedeschi hanno buone ragioni per sorridere.

 

SHUAI ZHANG 65 (+68)

Su di lei si è detto e scritto di tutto. Una carriera ormai terminata ha ritrovato linfa e motivazioni grazie a un torneo irreale. Peccato sia arrivata ai quarti un po' stanca: era il suo ottavo match consecutivo. La nuova classifica le consentirà di giocare più o meno tutti i tornei più importanti e ha allontanato i propositi di ritiro. Non sembra la persona più ambiziosa del mondo: dopo Melbourne si prenderà un po' di vacanza. Resterà la storia del torneo, ma difficilmente la vedremo troppo in alto.

 

…E CHI SCENDE

 

 

NICK KYRGIOS 41 (-11)

E' stato tra i più chiacchierati alla vigilia, ma il suo passaggio a Melbourne è stato quasi impercettibile. Bravo fino al terzo turno, ha giocato una partita anonima contro Tomas Berdych. Ha fatto parlare di sé per la love story con Ajla Tomljanovic e per aver risposto al telefono mentre scendeva in campo per il doppio misto. Non vorremmo che tanta spavalderia possa essere un ostacolo al suo talento.

 

JAEZY JANOWICZ 73 (-17)

Brutto momento per il polacco, che nei giorni scorsi si è sottoposto a un terzo intervento chiurgico al ginocchio. Gli hanno iniettato cellule staminali per rigenerarlo, ma rischia un lungo stop. Senza di lui, la Polonia sarà fortemente indebolita in Coppa Davis. A Melbourne ha perso al primo turno da Isner e ha capito che così non poteva andare avanti.

 

MADISON KEYS 24 (-7)

Ha l'alibi dell'infortunio, ma non c'è dubbio che si sia ridimensionata rispetto a dodici mesi fa. Peccato, perché il tabellone le avrebbe consentito di replicare la semifinale dell'anno scorso e magari sognare la finale: contro la Kerber non sarebbe partita battuta. Invece ha ceduto alla Zhang e la classifica piange. Non giocherà in Fed Cup ed è orfana di Lindsay Davenport. Basterà un coach senza esperienza come Jesse Levine a ridarci la giocatrice brillante dell'anno scorso?

 

EKATERINA MAKAROVA 31 (-7)

Pure lei aveva una buona chance di replicare la semifinale dell'anno scorso, ma si è inceppata negli ottavi in un match durissimo contro Johanna Konta, durato oltre tre ore. Un infortunio l'aveva bloccata sul finire del 2015 e sarà ben contenta di poter giocare senza problemi, ma il treno delle top-10 è ormai passato.