La coppia azzurra: “La testa è solo qui su Torino, poi penseremo alla Davis”

Foto di Felice Calabrò

Sulla pressione di giocare a Torino: “Il peso non si sente, abbiamo fatto tante esperienze in questi due anni con tre finali Slam e l’esordio in Coppa Davis, quindi un po’ di pressione ce la siamo messa alle spalle. Situazioni così ci caricano, il pubblico in queste due partite ci ha trascinato e ci ha spinto a dare di più. Questa è stata una stagione lunga con tanti tornei, cerchiamo di dare il meglio giorno per giorno, ci godiamo questa vittoria e cercheremo di goderci anche la partita con i tedeschi fra due giorni“.

Sulla prestazione di oggi:Se quella con Cash e Glasspool l’avevamo messo in top 5 dei nostri migliori, questo lo mettiamo in top 3. Abbiamo giocato una partita eccezionale salvando qualche momento delicato e stiamo riuscendo ad essere più freddi nei momenti importanti. Stiamo cercando di esprimerci al meglio, sappiamo che ogni match viene deciso su pochi momenti, cerchiamo di arrivare all’incontro con una certa freschezza e poi goderci lo spettacolo“.

Sulla qualità espressa rispetto agli ultimi due mesi: “L’anno scorso la partita con Bopanna/Ebden era stata fantastica, poi c’era stata un po’ di pressione nel tiebreak con Arevalo/Pavic, ma penso avessimo giocato un buon tennis, ma tutte le coppie sono fortissime e si decidono su pochissimi punti. Devi essere bravo a sfruttare tutte le poche occasioni che gli avversari ti concedono, penso che rispetto agli ultimi due mesi siamo molto più positivi, connessi con il team e con il pubblico e stiamo giocando con più energia e questo mette pressioni anche agli avversari“.

Bolelli ha parlato della sua condizione fisica a oltre 40 anni: “L’importante è star bene fisicamente, allenarsi bene con qualità, c’è Wave che mi tira e quindi mi fa stare in campo tutto il giorno, ancora ho energia e mi sento bene. Posso migliorare ancora per esempio in risposta, anche se con il rovescio a una mano non è facile entrare su questa superficie rapida, poi posso avvicinarmi ancora di più alla rete. Si può fare sempre meglio, l’importante è porsi degli obiettivi”.

Sulle prospettive per la Davis: “Con la testa siamo ancora qua a Torino, con Krawietz/Puetz scenderemo in campo con la stessa testa e la stessa intensità dei primi due match, ancora non pensiamo alla Davis“.

Vavassori ha parlato della sua scelta di diventare doppista a tempo pieno: “Io ho giocato anche in singolare e penso che il doppio mi abbia permesso di migliorare in singolare. Un po’ mi dispiace non poter giocare il singolo full time perché penso di avere un livello da top 100 anche ora, ma il doppio mi ha permesso di giocare su palcoscenici straordinari come le Olimpiadi, le finali Slam e le Finals. Una coppia di specialisti in Italia non c’è mai stata e mi piacerebbe continuare così. Facciamo tanta analisi e tanto studio dietro alle partite, abbiamo le schede su tutti i doppisti e mio padre (Davide Vavassori, ndr) si è specializzato come coach del doppio“.