Le parole del Presidente della FITP, Angelo Binaghi nella consueta conferenza stampa di chiusura del torneo

Nel giorno della finale maschile che chiuderà l’edizione numero 81 degli Internazionali BNL d’Italia, è tempo di bilanci per il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi. Nella player’s lounge del Foro Italico si è tenuta la consueta conferenza stampa di fine torneo, dove è intervenuto anche il presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma. Al centro dell’attenzione i numeri da record di questa edizione e delle vere e proprie invasioni di pubblico che costringeranno nei prossimi anni ad una rivisitazione del site.

“La presentazione al Colosseo, il video mapping alla fontana di Trevi, campo in Piazza del Popolo, le Frecce Tricolori mi hanno emozionato – le parole di Binaghi –. Alcune delle cose più belle viste negli ultimi 24 anni, ed è curioso siano capitate tutte insieme. La presenza del sindaco, dei ministri, quella RAI ci hanno onorato, come ci ha onorato che abbiano usato gli Internazionali per rappresentare le eccellenze del Paese. Abbiamo registrato +513% in 24 anni, anche grazie ad upgrade e combined. Non sono banali come risultati, nel 2000 il torneo era stato reso al suolo da chi ci ha preceduto, che pensava solo alla propria carriera personale. Noi abbiamo come unico obiettivo ottenere risultati da ciò che amministriamo. Vogliamo far crescere il torneo, sia in valori patrimoniali sia per trovare risorse e investire nel tennis così da renderlo popolare e aumentare la domanda. Continuare a creare sempre maggiore ricchezza sul territorio e benessere per gli italiani, oltre che importanti entrate per lo Stato“.

Sulle entrate da record: “La biglietteria ha fatto registrare +1630% rispetto al 2000 e siamo riusciti a limare le imperfezioni rispetto all’anno scorso, il primo con l’upgrade, creando un site adeguato per il doppio di giocatori e giocatrici. C’è stata un’invasione di pubblico che ha reso il site per la prima volta insufficiente. Se ci fossero stati Jannik e Matteo in giornate come venerdì e sabato avremmo forse dovuto chiudere i cancelli e impedire ulteriori afflussi, viste le file chilometriche. Il tennis incomincia a scalciare sempre più, reclama spazi e dobbiamo cercare di correre ai ripari, perché questo sviluppo anche a volte troppo violento possa avere adeguata soddisfazione in tempo brevi. Chiedo scusa al pubblico, solo la loro passione ci ha aiutato a tenere la situazione sotto controllo. Dobbiamo studiare un adeguamento con Sport e Salute: dobbiamo montare maggiori tribune, ragionare su un terzo campo numerato come in tanti altri tornei. Così come forse dovremo contingentare in certi giorni le scuole SAT, a cui diamo biglietti a prezzi molto favorevoli“.

Sui prezzi dei biglietti: “Ci sono due analisi da fare, di come stanno cambiando i flussi delle persone in funzione del cambiamento della tipologia del torneo, e di alcune regole nuove: non ha giovato agli spettatori del Centrale la regola ATP e WTA di limitare a 5 il numero massimo di singolari, quindi non più 4 gare nel pomeridiano. E ha creato anche complicazioni, come dopo il ritiro di Musetti con i femminili incapaci di attrarre attenzione. La politica dei prezzi deve tener conto di questo, è troppo alto il differenziale tra ground e Centrale. Il Grandstand è sottovalutato e va prezzato diversamente, visto che si ha la certezza di 5 singolari, con 4 maschili al martedì. Va poi fatto notare che il pubblico sta iniziando a capire ora come è fatta la nuova programmazione. Inoltre c’è stato un incremento del 20% delle vendite nonostante i prezzi si siano alzati. Gli appassionati veri, che comprano appena apriamo perché affezionati allo sport e al torneo, hanno un livello di prezzo assolutamente adeguato. Chi lo compra dopo ovviamente è soggetto all’andamento del prezzo in funzione della domanda. Aumentiamo i prezzi dal primo gennaio, quindi chi acquista da quella data in poi paga di più partecipando alla cosiddetta “operazione Robin Hood“, visto che con quei soldi facciamo entrare le scuole elementari e aiutiamo le scuole SAT a comprare a un prezzo inferiore a un terzo di quello nominale“.