L’ex tennista ha analizzato con pro e critiche la nuova Davis sottolineando in particolare alcune caratteristiche.


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Tempo di Davis e nel corso del suo consueto editoriale sulla Gazzetta dello Sport l’ex tennista Paolo Bertolucci ha sottolineato alcune cose di questa Davis, da un lato parlando dei risultati di questa Italia e dall’altra commentando le difficoltà di questo format. L’ex campione azzurro ha sottolineato: “Partiamo con il piede giusto in questa Davis e l’Italia – nonostante le assenze di Sinner e Musetti – è in piena corsa, insieme alla Germania, per conquistare ancora una volta la Coppa Davis”.

Bertolucci ha sottolineato che in questo format servono due ottimi singolaristi ed un buon doppio e l’Italia, cosi come la Germania, ha tutto. Paolo sottolinea alla rosea: “Berrettini è un giocatore di esperienza e se sta bene fisicamente è sicuramente di livello assoluto su questa superficie. Flavio Cobolli è reduce da un’ottima annata e merita di essere protagonista in Davis, quale miglior occasione per mettere in evidenza i suoi progressi anche sulle superfici veloci?”.

Infine non possono mancare nuove critiche a questo format che non sembra convincere appieno e lo evidenzia il dato relativo alla presenza di 1 solo Top 10 in tutta la competizione, il tedesco Alexander Zverev. Bertolucci sottolinea: “A Bologna c’è una competizione con un solo Top 10 e due Top 20, mille defezioni e allo stesso tempo alcuni dei tennisti più forti giocano in squadre modeste e non si sono qualificati”. Cosa fare quindi? Paolo ha le idee chiare e sottolinea ciò che hanno ripetuto Alcaraz e Sinner in questi giorni e ovvero:

“Credo che questo sia un messaggio molto forte alle istituzioni, non si può andare avanti cosi. Questa nuova formula non regge, credo che l’unica soluzione sia quella di rendere la Davis una competizione biennale o triennale e magari tornare a giocare in casa e fuori, dando la possibilità di assistere anche a paesi come Argentina e Giappone, ad esempio”.