Non perde il sorriso Matteo Bellucci, che nonostante la sconfitta con Draper esce a testa alta dal torneo e può essere felice di aver regalato del sano spettacolo agli spettatori del Suzanne-Lenglen

Foto di Felice Calabrò

PARIGI – «So di essere un tennista esuberante e divertente, la cosa mi piace però non voglio restare chiuso nel ruolo del giocatore estroso e poco concreto. Sto lavorando per trovare continuità, e dopo un paio di brutte sconfitte considero la partita di oggi come la prima di un ritrovato stato positivo, mi sento anche anche più sereno». Mattia Bellucci, 24 anni il primo giugno, numero 68 del mondo, ha divertito il pubblico del campo intitolato a Suzanne Lenglen con un primo set strepitoso contro Jack Draper, 5º nel ranking, per mezzora ridotto al ruolo di comprimario. L’inglese ha preso poi il sopravvento ma il ragazzo di Busto Arsizio ha continuato a ricevere gli applausi più convinti. E quel servizio da sotto sul set point… «So che a qualcuno non piace, ma battere da sotto fa parte della mia strategia di gioco. Oggi però mi è venuto d’istinto, non riuscivo a chiudere il set ed ho cercato un colpo ad effetto».
Ragazzo intelligente, che ama leggere («gli autori preferiti? Ultimamente mi sono appassionato a Dostoevskij e Murakami»), attento alle tendenze della moda giovane («tra i miei sponsor ho un brand di streetwear»), tifoso interista, ha divertito per 2 ore e 37 minuti il pubblico del “Lenglen” («sognavo di giocarci, quel campo mi piace tantissimo, sono contento di avergli reso onore») con alcuni punti sensazionali, tra cui un dritto fotonico, da fondocampo, con successivo sorriso verso il suo angolo, come un bambino che sa di averla fatta grossa. «Si, avevo solo uno spazietto dove piazzare il colpo, e ci sono riuscito… Con Draper avevo giocato e perso in due set a Tokyo, oggi mi sono reso conto di avergli dato più fastidio. Mi sono stressato troppo però per chiudere il primo set e ne ho risentito nel secondo. La partita poi è diventata molto fisica e lui si è dimostrato più forte».
«Va bene battere da sotto, però Mattia, se vuole crescere, deve ricordarsi che ci sono delle regole, nel tennis, che vanno seguite», ci ha detto a fine partita Marco Chiappini, suo allenatore da quattro anni. «So che devo essere concreto – le parole di Bellucci – è un concetto che ho ben chiaro nella testa. Devo lavorare tanto, ma sono sicuro di poter giocare a buoni livelli».