Il numero 65 del mondo ha avuto l’opportunità di giocare nello stadio più grande del mondo per la prima volta nella sua carriera

Da New York – Mattia Bellucci sapeva che sarebbe stato difficilissimo arginare la furia di Carlos Alcaraz al secondo turno degli US Open e non è riuscito ad evitare una severa lezione, racimolando soltanto quattro giochi nello stadio più grande del mondo. Il tennista azzurro ha fatto quel che ha potuto mantenendo un’attitudine positiva nonostante lo score, ma non aveva le armi per creare qualche grattacapo al numero 2 del seeding. Oltre a voler vincere questo torneo per la seconda volta nella sua carriera, il 22enne spagnolo è ulteriormente motivato dalla prospettiva di sorpassare il suo grande rivale Jannik Sinner facendo meglio di lui nell’ultimo Major della stagione. Per questo motivo, il vincitore dell’edizione 2022 non si è concesso alcuna distrazione e ha archiviato la pratica in poco più di un’ora e mezza senza concedere nemmeno una palla break a Mattia. Ad attenderlo al terzo turno c’è un altro italiano, Luciano Darderi, autore di un torneo molto convincente fino a questo momento.
Per Bellucci resta la soddisfazione di aver affrontato un campione come Carlitos sull’Arthur Ashe Stadium, lo stadio più grande del mondo. “Oltre a colpire la palla veramente forte, lui ha una capacità di muovere il gioco fuori dal comune sia con il dritto che con il rovescio. Ecco perché il risultato finale è stato molto netto” – ha esordito il 24enne azzurro in conferenza stampa. “Si parla spesso del suo servizio, ma io l’ho trovato un colpo molto buono. Ad un certo punto avevo capito quali fossero le sue traiettorie preferite, ma riesce ad avere una precisione per le velocità a cui gioca che è davvero tanta roba” – ha aggiunto Bellucci, che non ha avuto alcuna chance in risposta.
Il numero 65 del mondo ha cercato di restare positivo in tutti i momenti dell’incontro: “Ho provato felicità sia quando sono entrato in campo che quando ne sono uscito. Ero teso prima del match come è normale che sia, ma ho gestito le mie emozioni in maniera diversa rispetto alla partita contro Norrie. Chiaramente mi avrebbe fatto piacere vincere qualche game in più, ma ero consapevole che stavo giocando ad un livello superiore rispetto al mio e che avrei commesso più errori del solito.” Infine, Mattia ha spiegato come si è trovato a giocare per la prima volta in uno stadio così grande: “Beh, le difficoltà sono diverse. Si va dalle luci al vociare incessante, che non smette nemmeno mentre si sta giocando il punto. Al tempo stesso, sono tutti elementi che rendono questo campo così iconico. In generale è stata una bellissima esperienza che mi porterò dietro.”

