Nessuna sorpresa nei big match di giornata: Vika Azarenka tiene a bada la Stephens e al secondo turno pesca la Wozniacki (ok sulla Townsend). “Non sono testa di serie solo perchè non ho giocato. Devo ricostruire. La mia parola d’ordine è ‘competere’”. Parte bene la Stosur.
Di Riccardo Bisti – 20 gennaio 2015
“Sarebbe strano se non fossi testa di serie dopo aver giocato per tutto il 2014”. Con questa frase, piena d’orgoglio, Victoria Azarenka ha risposto a chi le faceva notare che non capitava dal 2007 di non vederla nel seeding di uno Slam. Reduce da una stagione molto complicata, tra guai fisici e problemi personali, la bielorussa acciuffa il secondo turno dell’Australian Open grazie a una buona vittoria contro Sloane Stephens, sempre più lontana dall’etichetta di “Nuova Serena” che le avevano dato un paio d’anni fa, quando battè proprio la numero 1 e piombò in semifinale dove perse…contro la Azarenka. La bella Vika ha vinto per due volte in Australia, ma non la stanno trattandoda ex regina. Le hanno negato una wild card a Sydney: difficilmente l'avrebbero fatto a un uomo con il suo palmares. Così è andata subito a Melbourne e ha giocato più punti e match possibili, per simulare una situazione di partita. La Azarenka del 2015 ha un tennis maggiormente proiettato verso la rete. Nel 6-3 6-2 rifilato alla Stephens è parsa piuttosto incisiva. “Ho sempre giocato bene da fondo, ma avere l’opportunità di variare è davvero buona. Mi consente di mettere pressione all’avversaria. In allenamento funziona, ho solo bisogno di trasferire tutto questo in partita”. La voglia di aggredire l’avversaria è rimasta intatta. Le hanno fatto notare che ha agitato il pugnetto un mucchio di volte. Lei ha scherzato, dicendo che lo fa dalle 15 alle 20 volte a partita. “Ma per voi giornalisti sarebbe divertente contarli”. Al di là di questo, ha convinto. O meglio, ha dato l’impressione di essere in ripresa. Non è quella di due anni fa, ma è in crescita.
"WOZNIACKI? ACCETTO LA SFIDA"
Adesso c’è l’affascinante sfida contro Caroline Wozniacki. Due ex numero 1 a confronto. La danese ha tribolato per un set con la talentuosa (e divertente) Taylor Townsend, ma è parsa in discrete condizioni fisiche. E le cose possono solo migliorare, partita dopo partita. “Non è una sorpresa trovare un’ottima giocatrice già al secondo turno – ha confessato la bielorussa – accetto la sfida, anche se so che Caroline ha mostrato un grande tennis sul finire dell’anno scorso. E’ molto pericolosa, ma devo pensare a me stessa. A costruire il mio gioco, pezzo dopo pezzo. Per questo torneo, ho una sola parola d’ordine: competere”. Sarà una sfida da campo centrale, forse da sessione serale. L’impressione è che la Wozniacki abbia qualcosa di più, almeno adesso. Ma Vika ha ricordi straordinari in questo torneo e ha provato una sensazione che alla danese è ancora sconosciuta: vincere uno Slam. L’ha provata anche Samantha Stosur, che nel 2011 si è aggiudicata lo Us Open. Dalle sue parti il numero 13 porta sfortuna, e i suoi connazionali temevano la 13esima partecipazione all’Australian Open, peraltro contro un’avversaria tosta come Monica Niculescu. Dopo un inizio pieno di tensione, l’australiana ha trovato il giusto feeling e ha vinto con agio. Nel secondo set, la rumena non ha mai tenuto il servizio: 6-4 6-1 e secondo turno contro CoCo Vandeweghe, vincitrice sulla Schiavone. “Mi piacerebbe molto fare bene qui, ho già dimostrato di poter andare in fondo in uno Slam e battere molte delle più forti” ha sussurrato la Stosur, ben contenta che la pressione fosse spalmata su diversi australiani e non solo su di lei. Coach Simon Rea, mancino, l’aveva preparata a questo match tirando un’infinità di rovesci in slice. Ha funzionato. Per il prossimo turno, dovrà servire il più forte possibile per abituarla ai missili dell’americana. Non si può non volere bene a Samantha: per questo, la speranza è che questa vittoria non sia il solito fuoco di paglia.
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