Il Tc Milano ha ospitato un evento che punta a rafforzare i legami fra lo storico brand italiano e i circoli, i soci, i giocatori e i partner

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MILANO Soffrire per Sinner, ma anche giocare per vivere in prima persona le emozioni che il tennis può e sa dare. E’ quello che è accaduto ai soci del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa, perché il destino ha voluto che la data scelta per la prima edizione della Australian Cup si trasformasse in una domenica storica, con il primo italiano in finale a Parigi dai tempi di Panatta e il duello fra Jannik e Alcaraz tanto serrato da non permettere di spegnere il cellulare ed evitare di dare frequenti e non sempre furtive occhiate al risultato. Intanto però c’erano in campo i soci a sfidarsi, e ai due più bravi è toccato giocare la finale proprio mentre Sinner soffriva al Roland Garros. Ai nastri di partenza c’erano 32 giocatori, che hanno condiviso il campo con i loro maestri in un formato Pro-Am che molto spesso funziona. A chiudere la giornata, un atto conclusivo con ospiti d’eccezione: Salvatore Caruso che ha portato al successo Paolo Cestari, eccellente nel serve and volley (anche l’ex numero 76 del mondo si è detto piacevolmente stupito) e Dusan Lajovic, che ha accompagnato in finale Luca Vanetti. Particolare non di poco conto, la partita è stata arbitrata da Carlos Bernardes, volto storico del circuito ATP, brasiliano ma italiano di adozione, che da pochi mesi è andato in pensione e ha smesso di salire e scendere dalla sedia e di dirimere controversie su una palla dentro-fuori fra i giocatori top del mondo.  
Alla fine della giornata è rimasta l’amarezza per la sconfitta di Sinner, mitigata però dalla soddisfazione di aver vissuto una giornata di tennis nel migliore dei modi.  L’evento si è concluso con una cerimonia di premiazione, condotta dalla giornalista sportiva Dalila Setti, con la partecipazione dei rappresentanti del Tennis Club (Elena Buffa di Perrero, presidentessa del TCM, e Martina Alabiso, direttrice del circolo), di Australian (Giordano Maioli, presidente, e Lorenzo Maioli, CEO) e dei brand partner.
Si rifarà l’Australian Cup? L’idea c’è, ma è troppo presto per parlarne. Ciò che è certo è che l’iniziativa si inserisce in un progetto più ampio che mira a rafforzare il legame di Australian con i tennis club – una grande risorsa – e ad alimentare una community composta da soci, amici del brand, giocatori professionisti e partner, creando occasioni di incontro. Proprio perché Australian è un marchio storico nel panorama italiano e internazionale: nasce dal tennis e vive di questo sport, condividendone i valori, puntando sulla qualità del Made in Italy ed intessendo autentiche relazioni di collaborazione con aziende, circoli, realtà del territorio.