Anche a Torino in occasione delle ATP Finals si continua a discutere del calendario: troppo fitto, o poca voglia di sacrificarsi? Dalle posizioni del canadese alla possibile rivoluzione annunciata da Gaudenzi

Foto di Brigitte Grassotti

Le settimane dell’anno sono 52, e questo sembra essere l’unico punto su cui tutti sono realmente d’accordo. Il paradosso che si nasconde dietro questa semplice battuta spiega – probabilmente – la difficoltà nel cercare di trovare un equilibrio nel tema sempre complicato di un calendario che risulta ogni anno più fitto. A guardare le prospettive future, le cose non sembrano andare nella direzione che molti giocatori si auspicano, considerando che dal 2028 il calendario ATP ospiterà un decimo Masters 1000 in Arabia Saudita. In questa settimana a Torino, dove si stanno disputando le ATP Finals, in più di un’occasione si è discusso sul tema, a partire dalla conferenza stampa di Andrea Gaudenzi dove c’è stato ampio spazio dedicato a questo. “C’è un gruppo di giocatori che dice che così si gioca troppo. Per altri, se togli eventi, diventa troppo poco, perché hanno bisogno di giocare. Se perdi, devi poter andare in un altro torneo e giocare di più”.

Il presidente dell’ATP spiega poi come andrà a cambiare il calendario del circuito maggiore nei prossimi anni, con una riduzione degli ATP 250. “Negli ultimi anni abbiamo adottato una strategia di riduzione del numero di ATP 250: da 38 siamo scesi, credo, a 29. L’obiettivo per ottimizzare il calendario per il 2028, quando entrerà il nuovo Saudi Masters, è continuare a ridurre i 250. Il numero dei 250 non sarà un problema perché l’idea è avere settimane dedicate: 10 settimane di 250, otto di 500, totale 18; poi dieci Masters, siamo a 28; più i quattro Slam, 32. È questo l’obiettivo.” Sarà interessante capire come questo andrà a incastrarsi con le necessità dei giocatori che sono fuori dalla top 100, che è vero che possono disputare tornei Challenger per costruire la propria classifica, ma è anche vero che gli ATP 250 sono un bacino di punti da cui spesso anche giocatori con un ranking migliore possono attingere per ritoccare i punti acquisiti.

Controcorrente a quella che è l’opinione comune, Felix Auger-Aliassime si è espresso piuttosto duramente contro chi dice che si gioca troppo. Il canadese infatti è uno dei tennisti più attivi nel corso della stagione – sono 72 i match disputati nel 2025 – e senza troppi giri di parole ha invitato a stare a casa chi non vuole giocare. “La mia opinione è che ogni giorno ci svegliamo e facciamo qualcosa che ci diverte. Sono felice di essere in questa posizione. Anche se perdo delle partite, va bene, sono arrabbiato per un giorno e poi mi passa. Se vuoi giocare meno tornei, stai a casa. Nessuno ti obbliga a essere qui”. Si è già parlato più volte di come questo discorso non sia totalmente corretto – a causa dei tornei obbligatori che devono essere comunque disputati – ma è anche vero che altri tornei possono essere saltati, o si può comunque scegliere come costruire la propria stagione (per esempio nei primi mesi dell’anno, tra chi sceglie la trasferta sudamericana e chi opta per il veloce europeo).