L’azzurro finora ha sempre vinto con l’australiano e giunge in semifinale a Torino dopo aver concesso solamente otto palle break nelle partite del girone. È la prima semifinale alle Finals per Alex, che ha ottenuto una sola vittoria nel round robin

Foto di Felice Calabrò

Non finirà l’anno in vetta al ranking – un onore che spetta a Carlos Alcaraz -, eppure Jannik Sinner continua a sfoderare un tennis da n. 1 assoluto. A Torino si è guadagnato la semifinale come un rullo compressore, imbattuto nel girone “Björn Borg” dopo aver lasciato solo qualche game di consolazione ad Auger-Aliassime, Zverev e Shelton, un exploit messo a segno in due anni consecutivi! In semifinale, eccolo di nuovo in sfida con una delle sue “vittime” preferite, l’australiano Alex De Minaur, sempre battuto da Jannik in dodici precedenti. Come andrà il tredicesimo? Se l’azzurro continuerà a giocare allo stesso modo, il copione non dovrebbe essere molto diverso. L’ultima sfida è recentissima, in quel di Vienna, dove Sinner lo ha regolato in due rapidi set.

Il bilancio per “Demon” è ancor più disarmante se pensiamo ai soli due set strappati a Jannik in dodici partite, a Sofia nel 2020 e, quest’anno, allo US Open! Nel 2025, oltre a quelle delle Nitto ATP Finals, Sinner ha disputato tutte le semifinali degli Slam dove, poi, si è sempre conquistato anche la finale. L’en plein di semifinali nei cinque tornei più importanti dell’anno lo fanno entrare nella cerchia esclusiva degli altri fenomeni ad esserci riusciti prima di lui: Djokovic (2012-13, 2015, 2021, 2023), Federer (2005-07, 2009) e Ivan Lendl (1987).   

E poi c’è tutto il resto. Come, per esempio, la striscia di 29 partite vinte indoor, che gli permette di eguagliare l’exploit di Roger Federer (2010-2012); il bilancio stagionale contro i top 10: 17 vittorie a fronte di 4 partite perse; queste, in realtà, sono arrivate da un’unica racchetta, quella di Alcaraz (a Roma, Roland Garros, Cincinnati per ritiro e US Open). Jannik giunge a Torino con 23 titoli in bacheca, di cui cinque conquistati nel 2025 su undici tornei giocati, con un bilancio di 56 partite vinte al cospetto di sole 6 sconfitte! Oltre alle quattro subìte da Alcaraz, l’unico tennista non top 10 a batterlo è stato Bublik, ad Halle (invece con Griekspoor, a Shanghai, si era ritirato). Un altro dato impressionante sul rendimento dell’azzurro sono le 30 vittorie in 33 match giocati dall’inizio di agosto.

Un percorso decisamente più sofferto quello di Alex De Minaur, che accede alla semifinale delle Nitto ATP Finals con una sola vittoria nel round robin: “ho vinto fnalmente un match a Torino!” ha esultato dopo aver battuto Taylor Fritz nella terza partita del girone “Jimmy Connors”; è il terzo a riuscirci dal 2000, dopo Nalbandian (2006) e Kei Nishikori (2016). L’australiano infatti non aveva mai vinto un match all’Inalpi Arena dalla sua prima partecipazione alle Finals, nel 2024. La vittoria per 7-6(3) 6-3 con l’americano in un certo senso gli fa fare pace con i campi torinesi – e anche un po’ con se stesso – soprattutto dopo la cocente sconfitta subìta con Musetti nel secondo match di girone, in cui l’azzurro ha realizzato una performance clamorosa recuperando lo svantaggio nel terzo set.

Attuale n. 7 del mondo, Alex vanta dieci titoli in carriera e altre nove finali; ne ha conquistati otto sul cemento ma mai indoor; invece, delle nove finali, otto si sono giocate sul duro di cui quattro indoor. Insomma, sul cemento ci va a nozze peccato però che, fino ad ora, contro Jannik ciò non sia stato sufficiente; infatti, delle dodici sconfitte, sette sono avvenute sul cemento indoor. Ricordiamo che De Minaur arriva alla semifinale torinese con 56 vittorie stagionali a fronte di 23 partite perse; nel 2025 ha conquistato il titolo a Washington, ha disputato la finale a Rotterdam, le semifinali a Montecarlo, Pechino e Vienna e altri sette quarti di finale (tra cui quelli all’Australian Open, a Toronto, allo US open, a Shanghai e a La Défense di Parigi).  

Cosa dovrà escogitare allora il “Demon” del tennis per darsi una possibilità di riscatto? Come sempre e più che mai, con Sinner sarà fondamentale non lasciargli troppo respiro in risposta e dunque assicurarsi una buona percentuale di prime palle; nonostante Alex ami fare le maratone da fondocampo, dovrà tentare di rompere gli schemi e rubargli il tempo, magari verticalizzando appena possibile. Rapidissimo con i piedi, De Minaur copre benissimo il campo, ma ci riesce a meraviglia anche Jannik, che arriva praticamente ovunque. Tra le armi vincenti dell’azzurro, il servizio è stata finora quella più letale: “Servire benissimo nei momenti importanti mi ha portato a questo punto” ha ammesso lo stesso Jannik, basti pensare che nelle tre partite del girone, ha concesso in tutto solamente otto palle break, sette con Zverev e una con Shelton!