L’ex numero 1 del mondo ha espresso tante perplessità sul modo in cui è stato gestito il ‘caso Clostebol’, che ha visto Jannik come sfortunato protagonista

Il ‘caso Clostebol‘ che ha visto Jannik Sinner come sfortunato protagonista ha fatto parlare per diversi mesi e si è concluso nella prima parte di quest’anno, con un accordo tra il fuoriclasse azzurro e la WADA che prevedeva tre mesi di sospensione dal circuito per l’ex numero 1 del mondo. Il 24enne di Sesto Pusteria – che ha sempre professato la sua innocenza ed era stato assolto da tutte le accuse in primo grado – non ha potuto competere da febbraio fino a maggio, saltando ben quattro Masters 1000 in questo lasso di tempo. Nonostante ciò, il campione italiano è riuscito ad avere un’eccellente stagione in cui ha conquistato due titoli del Grande Slam e un Masters 1000 (oltre a due prestigiosi ATP 500).
Nel corso di una lunghissima conversazione con Piers Morgan sul suo canale YouTube, la leggenda serba Novak Djokovic è tornata parlare del caso doping che ha riguardato Jannik e non è stato tenero nel suo giudizio. Nell’anticipazione resa pubblica ieri, il 38enne di Belgrado aveva affermato che questa nuvola scura lo avrebbe seguito per tutta la sua carriera. “Quando ho appreso la notizia della sua positività, sono rimasto davvero scioccato. Non ho mai pensato che lo abbia fatto di proposito, ma il modo in cui è stata gestita quella vicenda ha fatto storcere il naso a molti nell’ambiente tennistico e non solo” – ha detto Nole.
Il 24 volte campione Slam è fermamente convinto che Sinner abbia goduto di un trattamento privilegiato: “Se fosse stato il numero 500 del mondo avrebbe ricevuto ben altra sanzione, è proprio questo il punto. Non mi è piaciuta la mancanza di trasparenza e l’incoerenza dimostrata nel corso del procedimento. La sospensione gli è stata inflitta a cavallo tra due Slam, così da non perdersi nulla di davvero importante, il che rende tutto molto strano. Parecchi giocatori e giocatrici che si erano trovati in situazioni simili hanno percepito un trattamento di favore nei confronti di Jannik.” Novak non pensa che Jannik abbia fatto uso di doping volutamente: “Ho sempre creduto alla sua versione dei fatti, lo conosco da quando aveva 13 anni e abbiamo avuto lo stesso coach (Riccardo Piatti). Mi piace la sua attitudine e non penso che lo abbia fatto di proposito, ma è comunque responsabile. Non reputo corretto il modo in cui è stato gestito il suo caso.”

