Il tennista spagnolo ha confermato in conferenza stampa quel che il campo aveva già raccontato: quando vede Sinner, il suo livello sale. Per Carlitos è il solo modo di battere Jannik

Carlos Alcaraz ha trionfato agli Internazionali d’Italia, vincendo così l’ultimo “Big Titles” sul rosso e affermandosi una volta di più come specialista della superficie. Per farlo ha dovuto sconfiggere Jannik Sinner nella finale odierna – 7-6(5), 6-1 il risultato finale – in quella che lo stesso tennista spagnolo ha definito “una delle migliori partite che abbia giocato finora in termini di livello, mantenendo un livello costante per tutta la partita. Quindi ne sono davvero orgoglioso”. Non è quindi solo una sensazione che si prova guardando le sfide tra Sinner e Alcaraz in TV, o direttamente dal campo, ma è un vero e proprio cambio di passo sul piano mentale quello che Carlitos opera quando deve affrontare Jannik. “È il migliore giocatore del mondo. Non importa che sia stato fuori dal Tour per tre mesi. In ogni torneo che gioca, gioca alla grande. I numeri sono lì. Voglio dire, vince quasi ogni partita che gioca. Ecco perché sono ancora più concentrato quando gioco contro di lui. Se non gioco al meglio, 10 su 10, sarà impossibile batterlo. Ecco perché sono più concentrato quando gioco contro di lui, o mi sento un po’ diverso quando lo affronto rispetto ad altri giocatori. Penso ovviamente che per gli altri giocatori sia lo stesso quando affrontano Jannik. È una sensazione diversa. Ha quell’aura. Quando lo vedi dall’altra parte della rete, è diverso”.
Un Alcaraz che, a onor del vero, era in ripresa già da diverse settimane. A partire dal torneo di Montecarlo è sembrato tornare quel giocatore spumeggiante e aggressivo che si è imparato a conoscere nelle scorse stagioni, frutto anche di una minor pressione nello scendere il campo senza l’angoscia di dover tornare numero uno. “Quello che sento ora è del tutto diverso da come mi sentivo prima di Montecarlo. Approccio ogni match diversamente, con il giusto atteggiamento. Mi sento totalmente diverso, prima ero nervoso, non riuscivo a gestire i nervi. Dovevo vincere, avere risultati, ero focalizzato su quello… ora no. Mi concentro ad essere felice sui momenti che vivo“. Sono 19 le finali vinte in carriera da Alcaraz e 6 le sconfitte, numeri identici a quelli di Sinner, che certificano una volta di più come il futuro del tennis mondiale passa anche e soprattutto dalle loro racchette. Lo spagnolo ha in bacheca uno Slam in più, per ora, ma il margine si è ridotto notevolmente rispetto a solo un anno e mezzo fa.
L’appuntamento è dunque a Parigi, dove Sinner e Alcaraz saranno ai lati opposti del tabellone e potranno incontrarsi solamente in finale. Il tennista spagnolo infatti da domani tornerà ad essere numero due del mondo, e nel corso di questi giorni a Roma ha fatto trapelare – più o meno velatamente – di non essere così dispiaciuto di non poter incontrare Jannik prima della finale. “Sono abbastanza sicuro che migliorerà sempre di più. In questa settimana di allenamento, si sentirà meglio. Se vincerà al Roland Garros e andrà oltre, penso che si sentirà molto meglio. Sarà pericoloso. Sarà un giocatore davvero pericoloso a Parigi. Saremo in parti opposte del tabellone, quindi vedremo“.