di Gabriele RivaPrima la sorpresa per l’eliminazione di Nadal, poi lo stupore per quella ai danni di Djokovic, infine l’incredulità per il dispiacere rifilato a Sua Maestà Federer
di Gabriele Riva

Prima la sorpresa per l’eliminazione di Nadal, poi lo stupore per quella ai danni di Djokovic, infine l’incredulità per il dispiacere rifilato a Sua Maestà Federer. David Nalbandian è così, uno che per 18 mesi fatica a cacciarla di là e poi tutto d’un tratto ti va a battere nel Masters Series di Madrid, il penultimo stagionale, i primi tre del ranking. Cosa che, dal 1994 a oggi, è riuscita solo a due altri: Becker a Stoccolma (’94) e Nole Djokovic in Canada (2007). E’ con questo exploit che el Gordito fa suo il primo Masters-Series in carriera, un titolo che proprio gli mancava per giustificare un talento che sì lo ha portato in finale a Wimbledon, due volte in "semi" al Roland Garros, ma che a tanti nel circuito dava l’impressione dell’incompiuto. Non perché non si riconoscano le capacità con racchetta di David ma perché non ci si spiegava, in realtà ancora oggi non ci si spiega, come uno con quel braccio sia fuori addirittura dai Top 20. Perché insieme a quel braccio – dicono in molti – ha anche quel fisico e quella testa.

Quest’anno l’argentino non era mai andato oltre i quarti di finale, miglior risultato che aveva raggiunto a Barcellona. Oggi, invece, da numero 33 della race, con i 100 punti madrileni sarà di nuovo nei primi 25 del 2007, cosa che gli permette almeno matematicamente parlando di sperare in una qualificazione come ottavo uomo per la Masters-Cup di Shanghai. Ma ora bisogna parlare di numeri anche di Roger Federer. Questa sconfitta non ne intacca lo splendore. Era alla settima finale consecutiva, con un record di imbattibilità lungo 18 incontri. Comunque sia, solo con questa finale, Ruggero si è virtualmente guadagnato di chiudere per il quarto anno filato davanti a tutti nel ranking, con una situazione di vinte-perse nel 2007 da impazzire: 55-7 . "Penso che il solo mio problema di quest’anno – ha detto Nalbandian – sia stata la successione di infortuni a inizio stagione, dall’Australia in poi. Questo successo mi dà fiducia, soprattutto per l’anno prossimo". Onore al merito, dice Roger Federer, "Non c’è niente di cui stupirsi, quando gli altri giocano meglio di me giocano meglio, punto e basta. Ci ho provato, ho combattuto, ma per vincere avrei dovuto giocare molto meglio". Semplicissimo…