Il presidente della FITP ha voluto ricordare il suo grande amico, venuto a mancare ieri all’età di 92 anni. Il loro rapporto è rimasto saldo fino all’ultimo giorno

La giornata di ieri è stata funestata dalla notizia della morte di Nicola Pietrangeli, scomparso all’età di 92 anni e destinato a lasciare un grande vuoto in tutti coloro che gli hanno voluto bene. Oltre ad essere l’unico tennista italiano inserito nella International Tennis Hall of Fame, Nicola è stato anche un esempio di eleganza e stile seguendo da vicino le dinamiche del tennis azzurro fino alla fine. Nessuno potrà mai dimenticare il suo record di 164 match disputati in Coppa Davis, con 120 vittorie e un attaccamento alla maglia da fare invidia a tutte le nazioni del mondo. Come se non bastasse, Pietrangeli era il capitano della squadra azzurra che ha vinto per la prima volta la Davis a Santiago del Cile nel 1976 (con Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli come giocatori).

In un’intervista concessa a ‘La Gazzetta dello Sport‘, il presidente della FITP Angelo Binaghi ha voluto ricordare con effetto il suo grande amico Nicola: “Era amato e benvoluto da tutti. Sapeva amare la vita e la conosceva fino in fondo. La sua intelligenza gli consentiva di interagire con le altre persone in maniera diversa dal normale: era schietto, diretto, sincero e mai banale, proprio come i veri fuoriclasse.” Binaghi ha evidenziato l’importanza e la credibilità di un personaggio come Pietrangeli: “Lui non rappresentava soltanto il tennis italiano, ma per molti era proprio il simbolo del nostro Paese. Spesso fingevamo che lui fosse il presidente e io il suo segretario. Siamo sempre stati perfettamente complementari: a lui piaceva fare ciò che non piaceva a me e viceversa.”

La leggenda del tennis italiano sarà ricordato proprio nel suo stadio, diventato famoso in tutto il mondo grazie al suo inimitabile fascino. “Era quello che voleva lui, lo ha sempre detto a tutti” – ha spiegato il presidente della FITP. “Anche la sua biografia si intitolava ‘Se piove, rimandiamo‘. Si riferiva al suo funerale naturalmente. Un aggettivo per descrivere Nicola? Unico. Nicola è Nicola. Non ce ne saranno mai altri” – ha concluso Binaghi.