Grande soddisfazione per la nascita di un piccolo Challenger che ha un grande significato sia a livello sportivo che politico.

Foto di Ray Giubilo
La stagione del circuito Atp si è conclusa tra le Finals di Torino e poi la storica competizione della Coppa Davis. Ma il tennis non si ferma mai e questa settimana è per certi versi storica. Si gioca infatti il primo torneo della storia in Pakistan, un paese che ha vissuto negli anni grosse difficoltà, specialmente dal punto di vista geopolitico e per cui questo piccolo Challenger 50 rappresenta comunque una soddisfazione enorme.
In questi giorni si è parlato molto di questo Challenger che si disputa a Islamabad, la capitale del Pakistan. Un torneo che ha visto fin dall’inizio pochi iscritti ma che allo stesso tempo ha visto un percorso di crescita da parte della federazione. Il nuovo presidente Aisam-Ul Haq Qureshi, leggenda del tennis pakistano ed ex grande doppista, ha raccontato – come riporta L’Equipe – cosa significa per lui ottenere questo grande risultato:
“Ho trascorso 27 anni nel circuito e non ho mai avuto modo di giocare in casa. Avere questa possibilità è un sogno, ci sono state molte discussioni con l’Atp, poi il conflitto India Pakistan, i conflitti israeliani ed una serie di questioni politiche che hanno complicato tutto” e poi Qureshi ha proseguito: “Non potevamo permettere che l’organizzazione di questo torneo fosse vista come una provocazione a causa dei vari conflitti”.
Il Pakistan soffre di mancanze di infrastrutture anche per creare un torneo Challenger e l’ex tennista ha proseguito: “Non era semplice e abbiamo dovuto ricominciare da zero. Abbiamo dovuto costruire la sede, gli spogliatoi, le docce ed i ristoranti, non avevamo nulla a livello professionistico” ma circa due mesi è arrivata l’ufficialità dell’accordo ed ha sottolineato: “Il Tour mi ha reso l’uomo che sono e voglio che anche gli altri abbiano la stessa possibilità”.

