L’ex numero 9 del mondo ha parlato della riforma della Coppa Davis e sulle numerose assenze fra i big, oltre a ritornare sulla sua discussa esclusione nel 2023

L’Italia ha appena vinto la sua terza Coppa Davis di fila, un trionfo che ha un sapore ancora più speciale perché le ‘Final 8‘ si sono disputate a Bologna davanti ad un pubblico eccezionale dal primo all’ultimo giorno. Inoltre, le assenze di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti avrebbero potuto minare le certezze della squadra capitanata da Filippo Volandri, ma per fortuna non è stato così. Matteo Berrettini e Flavio Cobolli si sono esaltati in un simile contesto, trascinando la compagina azzurra ad uno storico successo senza mai dover ricorrere al doppio decisivo. Gli azzurri hanno dimostrato di essere semplicemente la miglior nazionale del mondo in questo frangente, indipendentemente dai giocatori che scendono in campo.

Nel corso di una lunga intervista rilasciata a ‘Il Corriere della Sera‘, l’ex numero 9 del mondo Fabio Fognini – che ha salutato il tennis professionistico a Wimbledon quest’estate ha riflettuto sul nuovo format della Coppa Davis e sulle numerose assenze fra i big: “Cosa penso di questo nuovo format? L’hanno trasformata in peggio, sono quasi tutti d’accordo su questo. I top players vorrebbero giocarla ogni due anni e non ho un’opinione chiara al riguardo, ma sarebbe sciocco negare che i forfait di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz abbiano pesato su questa edizione. Mancano i grandi nomi, c’era soltanto Alexander Zverev tra i Top 10. Non è un bene per questa manifestazione, che necessita di una revisione. Al tempo stesso, bisogna ammettere che la Davis non sarà mai la priorità di Jannik e Carlos.”

L’ex campione ligure è tornato anche sulla sua discussa esclusione nel 2023: “Non c’è questa coppa tra i miei cimeli, è vero purtroppo. Più che un rimpianto direi che è un sogno irrealizzato. Avrei voluto far parte della squadra vincitrice dopo aver sempre dato tutto per la maglia azzurra, sarebbe stato giusto e me lo sarei meritato, ma le cose sono andate diversamente. Quel sogno è rimasto nel cassetto.”