Orgoglio e soddisfazione per Flavio Cobolli e Filippo Volandri, al termine dei quarti di Davis contro l’Austria. Ora la semi con il Belgio

foto Brigitte Grassotti

“Non mi sento e non sono il leader di questa squadra”, aveva esordito così Flavio Cobolli nella conferenza di presentazione. Pre-tattica, umiltà? Il campo ha dimostrato tutt’altro, una vittoria schiacciante su Misolic, conclusa in poco più di un’ora, per quella che Flavio ha definito “la partita più bella della mia vita”. Non era il suo esordio in Davis, ma la prima volta da numero uno non si scorda mai, e forse la pressione ha giocato un ruolo importante visto che candidamente ammette “Ero così emozionato a fine match! Mi piace la pressione e sono soddisfatto di come ho gestito oggi la partita e la vittoria”. Poche parole, misurate, pronunciate senza lasciar trapelare le emozioni che invece confessa di aver sentito così forti in campo. L’impressione è che la testa sia già alla prossima sfida, con il Belgio, la squadra con cui Flavio si scontrò lo scorso anno, proprio a Bologna, e da cui uscì sconfitto (Zizou Bergs, anche allora). “Ma ogni match è differente”, ci ricorda.

Capitan Volandri, al fianco di Flavio, mantiene le distanze: “Per noi ogni giorno è una finale, il Belgio ha due giocatori incredibili, che danno il meglio in questa competizione e giocano a un livello più alto della loro classifica. Dobbiamo temerli e rispettarli”. Aggiungendo però che “il modo in cui siamo scesi in campo è motivo di orgoglio per me. Mi piace essere un capitano energico, dietro c’è un lavoro enorme che si svolge tutto l’anno, grazie a uno staff che cerca di preparare questi ragazzi al meglio. Il mio ruolo è quello di tenerli concentrati, e quando vedo una rimonta come quella di oggi, da 0-40 (Berrettini, ndr), non posso che essere soddisfatto!”.

Il fattore casa, mai avuto in una Final 8, giocherà un ruolo importante. Volandri ne è certo: “Negli ultimi anni a Malaga ci siamo sentiti a casa, da quanto pubblico italiano era presente. Poi siamo venuti qui a Bologna e oggi ci sembrava di stare sulla luna, oltre 10500 persone che ti spingono, ed è giusto e bello anche giocare con loro”.

Ogni partita è diversa, ogni giocatore va affrontato per le proprie peculiarità, ma è anche vero che la forza di Flavio, che nessuno vuole palesemente ammettere, si intuisce dalle parole di Filippo, quando spiega che nel preparare l’incontro di oggi contro l’Austria “abbiamo lavorato pochissimo sull’avversario e ci siamo concentrati sui punti di forza di Flavio”. Tradotto: se Cobolli è al meglio non importa chi sia dall’altra parte. Ecco la prova del leader. Anche se non si può dire…