Il tennista ha parlato alla vigilia dell’inizio della Coppa Davis di Bologna. C’è grande attesa per il campione azzurro.

Foto di Felice Calabrò
Manca sempre meno al debutto e Matteo Berrettini sarà uno dei condottieri che guiderà l’Italia nei Quarti di finale di Coppa Davis contro l’Austria, una sfida già da dentro o fuori che si giocherà tra ormai meno di 48 ore. Il tennista romano ha parlato ai microfoni di Sky Sport ed ha rilasciato un’interessante intervista, ecco le sue dichiarazioni:
“Non so se sono appunto il leader di questa squadra ma ho tanta voglia di stare qua, è sempre un onore. Il forfait di Musetti e Sinner? Capisco benissimo la loro scelta, hanno dimostrato di essere sempre presenti gli anni scorsi dove abbiamo vinto e perso insieme e sono sicuro che questa non sarà l’ultima volta che avremo l’opportunità di giocare la Davis insieme. Noi siamo comunque un gruppo compatto e fortissimo, abbiamo lasciato a casa il numero 26 al mondo e siamo una nazionale fortissima. Sono felice di mettere addosso questa tuta che mi fa sempre stare bene”:
Sulla crescita del movimento tennistico Matteo ha poi proseguito: “Sicuramente fa piacere la crescita del tennis, è giusto ricordare anche Fognini che ha fatto una signora carriera vincendo Montecarlo, poi è stato Top Ten ed è stato importante. Anche io mi sento un tassello importante del tennis. Alcaraz vs Sinner? Loro continuano a migliorare ed è una roba impressionante. Lo abbiamo visto con i Big Three che sono migliorati grazie alle vittorie e alle sconfitte, Jannik e Carlos stanno provando a continuare su questa strada, noi siamo li a guardare e magari proveremo a batterli nel caso”.
Sulla foto con Cobolli da giovanissimo: “Ci sarebbe da parlarne per tanto tempo, è sicuramente speciale. Mi sono allenato con il padre di Flavio, siamo entrambi di Roma ed entrambi siamo cresciuti nei circoli di tennis e questa è una storia non facilissima nel tennis. Alla fine tutti partono come bambini e in qualche modo ti ritrovi nei campi di Wimbledon, il viaggio è la parte che merita di essere raccontata e non l’arrivo”.

