Match fondamentale per entrambi dopo le rispettive sconfitte nella prima partita di round robin. L’azzurro ha un vantaggio di 3-1 nei precedenti e ha vinto gli ultimi tre incontri, sull’erba e il rosso. L’australiano, però, detiene il record stagionale di vittorie sul duro, sua superficie prediletta, su cui ha vinto otto dei dieci titoli in carriera

Dopo il faticoso rush finale delle ultime settimane, Musetti è giunto alle Finals in riserva di energie; stanchezza che si è fatta sentire nel match d’esordio perso in due set contro Taylor Fritz (6-3 6-4). Ma non solo. Un altro fattore che lo ha messo in difficoltà è stato il cambio repentino di superficie dai campi di Atene – sui quali la palla schizzava bassa – a quello dell’Inalpi Arena, alquanto rapido ma con un rimbalzo molto più alto, come precisato dallo stesso Lorenzo dopo la partita con l’americano. Lo terrà senz’altro a mente nel suo secondo incontro di round robin del “Jimmy Connors Group”, in cui sarà opposto ad Alex De Minaur, una sfida chiave per entrambi poiché anche l’australiano ha iniziato il torneo con una sconfitta, domato da Alcaraz per 7-6 6-2.
Lorenzo è in vantaggio 3-1 negli scontri diretti e ha vinto le ultime tre partite, due delle quali disputate nel 2025, sul rosso: la semifinale di Montecarlo e gli ottavi di Madrid; nell’altra si era imposto sull’erba del Queen’s, nel 2024. Quella di martedì sera a Torino – alle 20:30 – sarà la loro prima partita indoor; l’unico successo di De Minaur con il “Muso” risale al 2022, sul cemento di Melbourne Park. In tre anni, però, Lorenzo si è trasformato e, nonostante il cemento non sia la sua superficie prediletta, oggi è in grado di giocarci alla grande. L’australiano invece il cemento lo ama eccome e su di esso si esprime al meglio, basti considerare che, finora, nel 2025, è il tennista ad averci vinto di più con 42 vittorie. Al di là dei precedenti, questo è il dato da tenere in considerazione in vista della sfida di martedì.
Esordiente alle Finals – insieme a Shelton – Musetti è diventato il quinto azzurro della storia in competizione nel torneo dei ‘Maestri’, dopo Panatta, Barazzutti, Berrettini e Sinner e, qualora superasse De Minaur, diventerebbe il terzo italiano a vincere una o più partite alle Finals, dopo Berrettini e Sinner.
Il 2025 è stata una stagione luminosa per Lorenzo duarante la quale, gara dopo gara, è migliorato e maturato, sia dal punto di vista tecnico che mentale. La sua più grande conquista nel corso dei mesi è stata senza dubbio la consapevolezza di sé, la fiducia nelle proprie qualità abbinata però alla dedizione al lavoro e alla ricerca della crescita. E i risultati ne sono la prova: Lorenzo giunge al torneo di fine anno al n. 9 del ranking, con tre finali (Montecarlo, Chengdu e Atene), quattro semifinali (Madrid, Roma, Roland Garros e Vienna) e altri cinque quarti di finale. Ha conquistato due titoli finora in carriera, Amburgo e Napoli (2022) e ha disputato complessivamente altre sei finali.
Al contrario di Lorenzo, Alex De Minaur, attuale n. 6 del mondo, aveva già calcato i campi dell’Inalpi Arena, gareggiando nel 2024; l’anno scorso è diventato infatti il primo tennista Aussie a qualificarsi alle Finals dopo Hewitt (2004). Il 26enne di Sydney porta con sé un bagaglio di tutto rispetto con 10 titoli, 8 dei quali conquistati sul cemento. Ha disputato in carriera altre 9 finali, 8 delle quali sempre sul duro. Nel 2025 ha sollevato il trofeo a Washington, ha disputato la finale a Rotterdam, la semifinale a Montecarlo, Pechino e Vienna e altri sette quarti, tra qui all’Australian Open, allo US Open e quello recente a La Défense di Parigi; insomma grande costanza per Alex, con 55 vittorie stagionali a fronte delle 21 sconfitte. Il bilancio nel torneo dei Maestri, però, finora è in negativo (0-4) e, con Musetti, andrà a caccia della sua prima vittoria a Torino.
Nonostante la superficie sia alquanto veloce, ci aspettiamo un contrasto tra l’eleganza e la fantasia di Lorenzo e la regolarità asfissiante di Alex. Per il carrarino, sarà fondamentale non cedere il comando degli scambi all’avversario e, dunque, non lasciarsi travolgere dai suoi colpi penetranti e veloci. De Minaur è martellante, certo, ma estremamente monocorde e Musetti dovrà essere abile nel creare l’occasione di spezzare ritmo e traiettorie. Senza dimenticare l’obbligo di una prima palla efficace proprio per non farsi aggredire e, al contrario, poter prendere le redini del gioco. Sarà inoltre determinante la condizione fisica di Musetti: un recupero soddisfacente dopo ventiquattro ore sembra improbabile, tenuto conto del tour de force compiuto nelle scorse settimane; ma la freschezza dei suoi 23 anni e la grande voglia di dare spettacolo davanti al pubblico di casa, potrebbero aiutarlo a spingersi ancora una volta oltre i propri limiti.

