La leggenda svizzera ha fatto un discorso molto interessante sull’importanza dei coach che allenano i ragazzi durante il loro periodo di formazione

Roger Federer ha concluso la sua carriera professionistica alla Laver Cup 2022, ricevendo un tributo degno della sua grandezza alla O2 Arena di Londra circondato da tutte le persone che hanno contribuito al suo immenso successo. L’ex numero 1 del mondo aveva promesso che sarebbe rimasto legato allo sport che lo ha reso famoso in tutto il pianeta e – sebbene non abbia ancora organizzato esibizioni con i suoi vecchi rivali – si può dire che abbia mantenuto la parola. La leggenda svizzera è apparsa diverse volte nei tornei del circuito durante questi tre anni, ha avuto modo di incontrare i talenti emergenti ed è presente in prima fila ad ogni edizione della Laver Cup (l’ultima si è svolta al Chase Center di San Francisco il mese scorso).
Nella giornata di ieri, il 20 volte campione Slam ha partecipato all’evento ‘On Thanks for Playing‘ a Shanghai ed è stata l’occasione ideale per riflettere su una serie di argomenti molto interessanti. In particolare, Re Roger ha spiegato quanto sia importante avere degli ottimi allenatori durante il periodo della formazione: “Quasi tutti sono convinti che io – essendo stato un grande campione – abbia tutte le competenze necessarie per allenare un ragazzino di 11 anni, ma non è assolutamente così. Bisogna fare affidamento su allenatori che hanno esperienza in quello specifico ambito e che fanno un lavoro davvero prezioso.”
Federer ha poi aggiunto: “Io non smetterò mai di ringraziare tutti i coach che ho avuto quando ero piccolo, perché mi hanno fatto crescere sia dentro che fuori dal campo rappresentando una fonte di ispirazione per il sottoscritto. Avere degli ottimi istruttori quando si è nella fase della crescita ti aiuta a sviluppare un amore sano per lo sport e sono felice che mio figlio Leo abbia trovato le persone giuste finora. Il tennis non deve essere visto come un lavoro alla sua età, deve soltanto divertirsi e creare legami con gli altri ragazzi.”