Il padre dell’ex numero 3 del mondo ha risposto alle dure accuse che erano state mosse da Goran nei confronti di Stefanos

Foto di Ray Giubilo

Da New York – Come tutti sanno, la collaborazione tra Stefanos Tsitsipas e Goran Ivanisevic – che avrebbe dovuto rilanciare il greco ad altissimo livello – è terminata dopo appena due tornei (Halle e Wimbledon) deludendo le aspettative dei fan e degli addetti ai lavori. Il feeling tra i due non è mai realmente sbocciato e l’ex campione croato non le ha mandate a dire a ‘Tsitsi’, criticandolo pesantemente per la sua scarsa condizione fisica. L’ex coach di Novak Djokovic ha rincarato la dose aggiungendo di essere attualmente in una forma migliore di quella di Stefanos, che sta attraversando una fase molto delicata della sua carriera sia dentro che fuori dal campo (a causa della rottura con Paula Badosa). L’ex numero 3 del mondo non ha esitato ad interrompere la sua partnership con Goran accusandolo di essere un dittatore, prima di fare pace con suo padre Apostolos e accoglierlo nuovamente nel suo team.

In un’intervista rilasciata a ‘Clay Tenis‘ in questi giorni, Apostolos ha tirato una stoccata a Ivanisevic per il suo comportamento: “Non mi è piaciuto il fatto che abbia espresso pubblicamente le sue opinioni, avrebbe dovuto tenere certe considerazioni per sé. Magari alla gente fa piacere sapere tutte queste cose e l’opinione pubblica ci ricama sopra, ma l’unica cosa importante dovrebbe essere vedere Stefanos giocare un buon tennis. Questo dovrebbe essere il compito della persone che compongono il suo team. Un coach ha il dovere di creare l’ambiente giusto per lo sviluppo del proprio giocatore.”

Il nuovo capitolo della collaborazione fra Tsitsipas e suo padre non ha sortito gli effetti sperati finora, se si considera che il nativo di Atene ha deluso nei Masters 1000 nordamericani (Toronto e Cincinnati) e non è andato oltre il secondo turno agli US Open (sprecando un match point contro il tedesco Daniel Altmaier). L’impressione è che la carriera del greco si trovi ad un bivio e che non possa più permettersi di fare scelte sbagliate, altrimenti sarà impossibile per lui tornare nelle posizioni che gli competono.