La sei volte campionessa di Wimbledon in un’intervista al Telegraph ha avanzato una proposta che fa certamente discutere: inserire i nomi dei giocatori sulle maglie, ed eliminare il total white

Billie Jean King – foto Getty/Itf

Billie Jean King è senza dubbio un’icona del tennis mondiale, per la sua storia, per i titoli vinti e per le battaglie che ha saputo portare avanti dentro e fuori dal campo di gioco. E forse anche per questo le sue parole hanno sempre un peso specifico, e fanno rapidamente il giro del mondo, anche quando il contenuto può essere divisivo. E così è accaduto nell’ultima intervista che Billie Jean King ha rilasciato al The Telegraph alla vigilia di Wimbledon, occasione nella quale ha scagliato alcune frecciatine verso la tradizione forse più intoccabile dei Championships: il total white. Il dress code è un punto saldo dello Slam londinese, e se fin dalle origini si è fatta particolare attenzione a ciò che veniva indossato da giocatori e giocatrici, a partire da metà degli anni novanta c’è stato un inasprimento in tal senso. Soltanto alle giocatrici viene concesso di indossare culotte colorate sotto la gonna o i pantaloncini, per ridurre il disagio durante il periodo mestruale. 

Da qui la proposta di Billie Jean, che farà sicuramente discutere. “La tradizione si può cambiare. Sta per iniziare una partita, ti siedi davanti alla televisione pensi ‘chi è chi?’. I tennisti potrebbero dire che c’è il segno accanto al loro nome – per individuare chi sta servendo, nda – ma io non dovrei guardare un segno, non dovrei guardare nulla. Dovrei sapere chi è, a volte il mio sport mi fa impazzire”. Se la definizione di “errore totale” per definire il dress code dei giocatori e delle giocatrici a Wimbledon fa già di per sé discutere – oltre che spaventare i più tradizionalisti – ecco che l’ex giocatrice statunitense rilancia e propone addirittura di inserire i nomi dei giocatori sulle magliette. “Ci sarebbero gadget con i loro nomi sul retro delle maglie, così farebbero soldi, il torneo farebbe soldi, tutti farebbero soldi. I bambini adorano i numeri e possono ritirarti, come Federer. Prendi quello che fanno gli altri sport e quello che piace alla gente”. Nonostante Wimbledon negli ultimi anni abbia fatto alcuni passi in avanti e si sia aperto alla modernità – con l’addio da quest’anno dei giudici di linea, per esempio – è difficile credere che la proposta di Billie Jean King venga accolta, e non è detto che sia poi così sbagliato.