20 November 2009

Hana Mandlikova, campionessa dimenticata

Esistono giocatori e giocatrici ingiustamente oscurati dalla storia. Una di questi è proprio Hana, vincitrice di ben quattro Slam...

Hana mandlikova, campionessa dimenticata






di Daniele Rossi
- foto Getty Images

Esistono giocatori e giocatrici ingiustamente dimenticati, quelli che la storia ha oscurato e che in pochi ricordano. Le circostanze hanno fatto sì che, quando si parli delle grandi campionesse della storia del tennis, raramente venga fatto il nome di Hana Mandlikova, vincitrice di quattro Slam in carriera.

Hana nasce a Praga il 19 febbraio del 1962. Figlia di un atleta olimpionico, viene indirizzata alla racchetta fin dall’infanzia e si rivela un talento precocissimo. Nel 1977 vince il torneo under 16 dell’Avvenire, nel 1978 diventa la prima numero uno della storia del ranking junior e l’anno dopo vince a Montreal il suo primo torneo da professionista. Tra il 1980 e il 1981 raggiunge quattro finali di Slam consecutive, con lo score di due vittorie e due sconfitte. La prima è a New York, dove deve inchinarsi di fronte alla “signora del tennis”, Chris Evert, che si impone in tre set. A far sorridere Hana ci pensa l’erba di Kooyong, che le regala il primo grande successo della carriera. Agli Australian Open del 1980, lascia per strada appena un set alla Ruzici nei quarti e distrugge in finale la sorprendente padrona di casa, Wendy Turnbull, che in semifinale aveva battuto la Navratilova. Il capolavoro di Hana, però si compie sulla terra rossa del Roland Garros, dove il suo imprevedibile e fantasioso gioco d’attacco, avrebbe dovuto trovare un ostacolo insormontabile. E invece la cecoslovacca disputa un torneo perfetto, battendo in semifinale Chris Evert e in finale la tedesca Sylvia Hanika. La signora Lloyd si vendicherà sulla verde erba di Wimbledon; Hana batte in una partita incredibile la Navratilova in semifinale, ma all’atto conclusivo, la Evert ribadisce la sua superiorità e conquista il piatto istoriato, dopo tre finali perse consecutivamente. Dopo questo filotto per la Mandlikova si spegne la luce, Chris Evert e Martina Navratilova tiranneggiano il mondo del tennis e non c’è posto per nessun’altro nella loro straordinaria e infinita rivalità. Per due anni non vince nulla, fino agli Us Open del 1985. In semifinale batte la Evert e in una pazza finale, la Navratilova. Hana si porta sul 5-0 nel primo set, si fa rimontare fino al 5-5, annulla sette palle break nell’undicesimo gioco, ma conquista il tie-break. Il secondo set è tutto per Martina, che lo vince per 6-1. Ancora equilibrio nella terza frazione, almeno fino al tie-break: Hana lo vince per 7-1 e può festeggiare il suo primo Us Open. Ma sarà ancora una volta Wimbledon a darle una delusione. Nel 1986 raggiunge la sua seconda finale all’All England Club, ma la Navratilova sui prati londinesi è imbattibile e vince in due comodi set. L’ultimo acuto della Mandlikova sarà agli Australian Open del 1987. A fare le spese dell’estro della cecoslovacca è ancora una volta la Navratilova, sconfitta in finale 7-5 7-6.

Hana si è ritirata, per problemi fisici nel 1990, a soli 28 anni
, ma non ha abbandonato il tennis. Ha allenato la squadra ceca di Fed Cup e ha realizzato il suo sogno di vincere Wimbledon per…”interposta persona”, allenando Jana Novotna, vincitrice nel 1998.
La Mandlikova era dotata di un clamoroso talento e di una classe sopraffina, il suo gioco era fatto di tocco e fantasia e faceva letteralmente impazzire le sue avversarie; ma, come tutti i talenti, era fragile e imprevedibile
e poteva scendere in campo e giocare una partita perfetta, come sembrare che non avessa mai preso una racchetta in mano. La sua fragile psiche le ha impedito di vincere di più, ma quattro Slam e altrettante finali perse, dicono molto sul valore di una giocatrice che ha avuto solo l’immensa sfortuna di imbattersi in due fenomeni, come Chris Evert e Martina Navratilova. Senza di loro chissà quanto avrebbe potuto vincere. Proprio la presenza di queste due gigantesse (18 Slam a testa…) ha finito per oscurare e schiacciare la piccola Hana, ma il suo era il tennis più bello del mondo e non può essere dimenticato.







© 2009  “Il Tennis Italiano” - Tutti i diritti riservati
© RIPRODUZIONE RISERVATA