Riccardo Bisti - 04 June 2018

Meglio di Caratti, Furlan, Fognini e Sanguinetti

Da quando si sono ritirati i Moschettieri degli anni 70, l'Italia aveva raggiunto appena quattro piazzamenti nei quarti di uno Slam. Quello di Marco Cecchinato vale più di tutti per la qualità degli avversari battuti e il grado di sorpresa generato. Ma questo torneo può ancora scrivere un (bel) pezzo di storia.

Quarti di finale in un torneo del Grande Slam. Per qualcuno è routine, per altri è un obiettivo, per altri ancora è un miraggio. Per il tennis italiano al maschile, da quarant'anni è una mezza chimera. L'exploit di Marco Cecchinato ha fatto gridare al miracolo perché non ci siamo abituati, ci sembra di toccare vette inesplorate. In effetti è così: secondo l'ATP, è soltanto il nono azzurro dell'Era Open a centrare l'obiettivo. In realtà è l'ottavo, perché Martin Mulligan – al di là di una tardiva naturalizzazione – era australiano. E allora il siciliano si aggiunge ad Adriano Panatta (il più forte, con ben sei presenze), Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Cristiano Caratti, Renzo Furlan, Davide Sanguinetti e Fabio Fognini. Ma da quando i Moschettieri degli anni 70 si sono ritirati, e il mondo è diventato a colori, e poi digitale, prima del 3 giugno 2018 soltanto quattro volte avevamo piazzato un giocatore tra i “Last Eight”. Nella speranza che Fognini possa rinverdire i fasti del Roland Garros 1973 (quando Panatta e Bertolucci centrarono i quarti), è corretto – e incredibile – dire che il percorso di Marco Cecchinato è migliore rispetto a quelli che l'hanno preceduto. E allora vale la pena un rapido ripasso dei (pochi) momenti di gloria Slam vissuti dall'Italia da quando la Generazione d'Oro ha appeso la racchetta al chiodo.

INCREDIBILE: CECCHINATO È IL MIGLIORE
L'excursus storico certifica come il percorso di Cecchinato sia superiore a tutti, sia per la sorpresa generata che per la portata degli avversari battuti. Se è vero che la media-ranking dei gli avversari battuti da Fognini era migliore (67,25 contro 76), Cecchinato ha battuto due giocatori che sembravano fuori portata, il n.11 Pablo Carreno Busta e il n.9 David Goffin. Degli exploit citati, gli altri match vinti “contro-classifica” sono stati quelli di Sanguinetti contro Clavet e di Fognini contro Garcia Lopez e Montanes. Con tutto il rispetto, quelli di Cecchinato valgono molto di più. In particolare, considerando un background decisamente povero: in carriera ha vinto appena 12 partite ATP (erano 4 prima di Budapest, Davis compresa, oggi sono già 16). Per questo, sorprende la personalità con cui ha superato Copil dopo due set da incubo, non ha dato scampo a Trungelliti (eroe dei primi giorni del torneo, peraltro in un match piuttosto teso) e poi ha tenuto il palcoscenico contro Carreno Busta e Goffin. Per intenderci, due che l'anno scorso hanno giocato le ATP Finals. Un risultato di portata storica che il siciliano ha meritato col gioco, frutto di un lavoro e di un miglioramento impressionante. Meritato. Negli ultimi 25 anni ci sono stati giocatori che avrebbero meritato in misura maggiore il piazzamento. Ma non è certo colpa di Cecchinato se i vari Seppi, Canè, Camporese, Gaudenzi e gli stessi Volandri e Starace abbiano fallito dove lui ha tirato dritto. Anzi, è un merito doppio. Chissà che queste statistiche non si possano aggiornare, magari nei prossimi giorni. Ma la storia, intanto, è stata fatta.

+ Marius Copil (94) 26 67 75 62 10-8
+ Marco Trungelliti (190) 61 76 61
+ Pablo Carreno Busta (11) 26 76 63 61
+ David Goffin (9) 75 46 60 63
VS. Novak Djokovic (22)

MEDIA RANKING AVVERSARI BATTUTI: 76

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