Riccardo Bisti - 25 May 2018

Tennis tra corruzione e onestà

Meno di 24 ore dopo Nicolas Kicker, la TIU informa che anche il suo amico Federico Coria ha violato le norme anti-corruzione. Il suo caso è meno grave: è colpevole di omessa denuncia. Di ben altro spessore la storia di Quentin Halys: non sentiva di meritare il Roland Garros, dunque ha rinunciato alla wild card e a un assegno da 40.000 euro.

Circa quindici anni fa, il tennis argentino era finito nella morsa del doping. Diversi giocatori erano risultati positivi, tanto da far pensare a un doping “di squadra" o giù di lì. Il caso più noto aveva riguardato Mariano Puerta, "beccato" addirittura due volte. Tuttavia, furono sanzionati anche Guillermo Coria, Juan Ignacio Chela, Guillermo Canas e Mariano Hood. Adesso l'Argentina torna a piangere perché due atleti sono risultati colpevoli per reati legati alla corruzione. Poche ore fa veniva annunciata la colpevolezza di Nicolas Kicker, mentre adesso è Federico Coria a cadere nella morsa della Tennis Integrity Unit. Ironia della sorte, i due si sono affrontati pochi giorni fa al torneo ATP di Lione, dove Coria ha vinto il suo primo match nel circuito. C'è una sostanziale differenza tra i due casi: Kicker si sarebbe reso colpevole di “match fixing”, mentre Coria si sarebbe limitato a non denunciare un paio di tentativi di corruzione, ai quali non avrebbe ceduto. Il comunicato TIU racconta che nel luglio 2015 a Coria furono offerti soldi per perdere un set in un match giocato al Futures di Sassuolo. Inoltre, un mese dopo avrebbe ricevuto un'offerta di denaro in cambio di una serie di sconfitte.

HALYS: "TENETEVI I 40.000 EURO"
In una giornata di cattive notizie, è bello anche segnalare un gesto in assoluta controtendenza. Tra i 13 francesi nelle qualificazioni del Roland Garros, c'era anche il 21enne Quentin Halys. In virtù della sua carriera junior, di una buona classifica (n.134 ATP) e di due titoli Challenger nel 2018 (Quimper e Nanchang), la FFT gli aveva riservato una wild card per il tabellone principale. In un atto di incredibile sportività, Halys ha rifiutato l'invito e ha scelto di giocare le qualificazioni, in cui è stato sconfitto al primo turno. Lo scorso gennaio, Halys si era qualificato per l'Australian Open, salvo poi perdere un match-maratona contro Casper Ruud. Nella sua testa, quel torneo ha segnato uno spartiacque: basta aiuti, basta wild card. Da quel momento, ha deciso di conquistare ogni singolo euro solo con le proprie forze. Rinunciare alla wild card per il Roland Garros è stata una scelta coraggiosa, che qualcuno potrebbe definire “incosciente”, perché il primo turno a Parigi avrebbe significato un assegno di 40.000. Giocando le qualificazioni, Halys ne ha intascati soltanto 6.000, con un mancato guadagno di ben 34.000 euro. Dopo il match contro Collarini, digerita l'enorme delusione, si è espresso con l'Equipe: “Non ho il livello per giocare nel tabellone principale – ha detto – non mi sarei meritato quel denaro. Visto il modo in cui mi sono allenato e sto giocando, sarebbe stato un furto. Mi assumo pienamente la responsabilità della mia scelta”. Tali osservazioni porteranno, inevitabilmente, a un confronto con il coach Boris Vallejo. Ma fa impressione il mancato guadagno: nel 2018, Halys ha intascato 92.581 dollari (meno di 80.000 euro). Con la wild card, la FFT gli aveva sostanzialmente regalato più della metà di quanto si era guadagnato in cinque mesi di tornei. Ma il ragazzo ha dimostrato di avere una morale importante. In un giorno di cattive notizie, c'era bisogno di raccontare una storia come questa.

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