Marco Caldara - 26 January 2018

Il piccolo Korda dai dvd di papà alla realtà

A vent'anni dal titolo di Petr Korda all'Australian Open, il figlio Sebastian è in finale nel torneo juniores. Le sue caratteristiche tecniche non sono paragonabili a quelle di papà, ma i geni non mentono. Sembra destinato a una buona carriera, e sa bene come si vince una finale Slam: "la finale del '98 la riguardo almeno una volta al mese".

Petr Korda a Melbourne non c’è, ma suo figlio Sebastian lo vede ogni volta che cammina nei pressi della Rod Laver Arena, stampato su uno dei poster che ne addobbano i corridoi, con in braccio il trofeo dell’Australian Open 1998. Gli è passato davanti spesso in questi giorni, e gli passerà accanto di nuovo domani alle 13, quando il tunnel lo percorrerà come i grandi, fino a mettere i piedi sullo stesso campo – al tempo denominato semplicemente “Centre Court” – che vent’anni fa consegnò all’allora trentenne ceco un posto nella storia. Era il 1° febbraio del 1998, quando Petr Korda batté Marcelo Rios per 6-2 6-2 6-2, conquistando il suo primo e unico titolo Slam, che all’indomani l’avrebbe portato al numero 2 della classifica ATP. Sebastian non c’era, sarebbe nato due anni dopo, ma c’è adesso e gli manca una sola vittoria per ripercorrere la cavalcata di papà, anche se nel torneo juniores. Una storia che ha stuzzicato la curiosità dei cronisti, accorsi a spiare i match del ragazzo a caccia di qualche similitudine. Risultato? Poche. Sembrano simili solo nella corporatura, con un paio di centimetri in più a favore del giovane, mentre per il resto ci sono delle differenze sostanziali sia dentro sia fuori dal campo. La prima è stampata sul passaporto, dato che Sebastian gioca per gli Stati Uniti, dove è nato (a Bradenton, Florida) il 5 luglio del 2000, mentre le altre sono nello stile di gioco. Il giovane non è mancino ma destro, il rovescio lo gioca a due mani e l’impostazione l’ha ereditata dalla scuola USA, quindi tocca poco e picchia tanto. “Papà – racconta – giocava un tennis d’anticipo, cercando di colpire sempre la palla molto presto. Cerco di fare la stessa cosa. Sono un giocatore aggressivo, e mi piace usare il servizio per abbreviare i punti”.

“VOGLIO FARE MEGLIO DI PAPÀ”
I geni di Korda junior sono buoni anche da parte di mamma, l’ex numero 26 WTA Regina Rajchrtova, e la scelta di seguire le orme di papà si sta rivelando azzeccata. Curiosamente, la fonte d’ispirazione che l’ha spinto a provarci davvero col tennis non è stato lui, bensì un match di Radek Stepanek. L’ha visto giocare dal vivo allo Us Open del 2009 contro Djokovic, quando sulla panchina del ceco c’era Petr, e ha deciso che anche lui avrebbe fatto il tennista, abbandonando l’hockey praticato fino a 10 anni e chiudendo la porta al golf, che vede le due sorelle impegnate a livello professionistico (“ci gioco spesso ma è troppo noioso, troppo lento, io adoro correre e sentirmi attivo”). A livello ATP Sebastian è già numero 842 del ranking, grazie a una finale raggiunta lo scorso ottobre in un Futures a Houston, ma al momento tiene di più al suo numero 7 (che migliorerà col risultati di Melbourne) nella classifica juniores. “In molti vogliono che mio figlio segua le mie orme, ma è sbagliato, diceva lo scorso anno papà Petr, anche se a poco a poco dovrà ricredersi. Sia perché Sebastian sta dimostrando di poter ambire a risultati importanti, sia perché punta a fare addirittura meglio di lui, per vendicare a distanza quel 6-0 preso a 12 anni. Non giochiamo più da allora – dice il ragazzo – e per ora non voglio affrontarlo. Però penso di batterlo”. Ma soprattutto, sogna di superarlo fuori dal campo, nel palmarès: Mi piacerebbe avere uno Slam più di lui e una classifica migliore della sua, afferma con sicurezza. Un bel modo per dire che punta a diventare numero uno del mondo.

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