Riccardo Bisti - 09 December 2017

Prato balla ancora: “Tutti in Capannina!”

Terzo scudetto consecutivo per il Tennis Club Prato: battuto al doppio di spareggio l'indomito Club Atletico Faenza. Protagonista indiscussa, come in semifinale, Maria Elena Camerin: prima vince un singolare-maratona contro la Scala, poi si prende cinque ore di riposo che costano il 2-2, ma nel doppio di spareggio è lei a fare la differenza. E Prato gode.

Abbiamo visto partite migliori. Ma se la Serie A1 ha portato in finale una sola giocatrice con un passato da top-100 WTA (e che passato!), la colpa non è di chi è sceso in campo. Consapevoli di una vetrina eccezionale e – per alcune – irripetibile, le ragazze del Tennis Club Prato e del Club Atletico Faenza hanno dato più dell'anima per portare a casa lo scudetto. Nel turbinio di emozioni e alternanze di punteggio, diventa quasi secondario – per l'osservatore neutrale – che il titolo sia andato al Tennis Club Prato, al doppio di spareggio. Ci siamo goduti un'intensità emotiva che non si vede quasi mai nei tornei individuali. Quando il match si è spinto al super tie-break, soltanto lo spettatore meno attento poteva pensare a un arrivo al fotofinish. La verità è che in campo c'era una giocatrice con più classe di tutte. Le ore di allenamento sono meno, il suo lavoro è cambiato, le partecipazioni ai grandi tornei sono da declinare al passato, ma Maria Elena Camerin ha una tempra diversa. Dal 2-2, ha preso per mano Lucrezia Stefanini e – insieme – hanno raccolto sei punti consecutivi che hanno tracciato una riga a una due giorni combattutissima, in cui Faenza ha accarezzato un sogno che soltanto due mesi fa sembrava utopia. Forte della sua esperienza, la “Came” ha chiesto di non giocare il primo doppio dopo la laboriosa vittoria contro Camilla Scala, un 6-2 6-7 7-5 che le ha lasciato in dote i crampi su tutto il corpo. Aveva bisogno di recuperare. E allora, con la Stefanini reduce da una settimana con problemi fisici, Prato ha mandato in campo Dentoni-Piccinetti. Tutto facile per Balducci-Scala, che peraltro hanno giocato diversi doppi insieme anche nel circuito ITF. 2-2 e appuntamento in serata.

CAPANNINA E LACRIME
Quando erano le 19.30 e gli sportivi stavano per virare su Juventus-Inter, lo scudetto in gonnella si è giocato al doppio di spareggio. È finita 6-2 3-6 10-3 e Prato gode per la quinta volta, la quarta nelle ultime cinque edizioni. Forse è lo scudetto più bello, vuoi perché hanno giocato l'intero campionato senza Martina Trevisan, vuoi perché il club è stato vittima di un terremoto dirigenziale che ha estromesso Carla Mel dalla panchina. Per lei – e per le ragazze – è stato un colpo durissimo. Ma la forza del gruppo, antisismica, e l'intelligenza di Gianluca Rossi hanno tenuto in piedi i cocci di un vetro che poteva frantumarsi in mille pezzi. Il nuovo capitano ha preso la panchina con umiltà e si è sempre confrontato con la Mel. Le telecamere lo hanno pizzicato, durante il primo doppio, mentre andava a parlamentare con lei. Rossi (che arriva dal team maschile) sapeva bene che l'alchimia creata in questi anni era merito di Carla, e si è guardato bene dal cancellarla. Le ragazze lo hanno capito e apprezzato, così come quando ha chiamato la stessa Mel in campo durante la premiazione. Una bella cartolina di cui, a festeggiamenti conclusi (“Ci vediamo sabato prossimo alla Capannina di Forte dei Marmi!” ha detto la Mel ai microfoni), qualcuno dovrà tenere conto al momento di mettere in piedi il TC Prato del futuro. Ma adesso è tempo di festeggiare, mentre a Faenza è tempo di lacrime e orgoglio. Le lacrime sono quelle, copiose, di Alice Balducci. Dopo essersi vista scivolare via il tricolore in quei sei punti maledetti del super tie-break, non riusciva a darsi pace. Era disperata. L'hanno consolata tutti, e il capitano Mirko Sangiorgi ha già dato appuntamento all'anno prossimo. Conoscendo la tradizione del club romagnolo, c'è da credere che lavoreranno duro per presentare una squadra ancora più competitiva, anche perché l'avventura di Agnese Zucchini – parole sue – potrebbe anche essere al capolinea. E allora si muoveranno sul mercato, anche perché non ci saranno più interventi strutturali da fare al club, come invece è stato necessario nel 2017.

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