
Quindi applausi a Fabbiano, sostenuto a gran voce da coach Federico Torresi (spesso poco nominato perché lavora nell’ombra di Fabio Gorietti, ma ugualmente prezioso) e dal fratello Roberto, che alla Tennis Training di Foligno ha trovato un posto come preparatore atletico. Sono loro due i primi testimoni di un’impresa costruita grazie a un diritto in forma smagliante, che gli ha permesso di vincere la maggior parte degli scambi, unito alla capacità di rispondere molto spesso e di raccogliere il massimo da quel servizio che per via dell’altezza non è mai stato il suo colpo forte. Al primo turno contro Yuki Bhambri l’aveva ceduto ben cinque volte, mentre contro Wawrinka ha preso appena un break in tre set, raccogliendo più punti dello svizzero sia con la prima sia con la seconda. Numeri di un miracolo che ha iniziato a prendere forma già nel primo set, nel quale i game di Wawrinka duravano mediamente il doppio (o il triplo) di quelli di Thomas, tanto che l’epilogo annunciato dal 6-2 al tie-break in favore di Stan sarebbe stato parecchio ingeneroso. Ma lì si è vista la prima crepa nel tennis del tre volte campione Slam, che si è fatto recuperare un punto, poi due, tre, quattro, e il tie-break ha finito per cederlo 9-7, sparando un rischioso diritto al volo proprio nell’angolo dove Fabbiano lo stava aspettando, pronto a trafiggerlo col passante lungolinea di rovescio. Per il morale di Wawrinka è stata una mazzata, per quello di Fabbiano una flebo di fiducia pura, proseguita col 6-3 del secondo set e col break in avvio di terzo, che ha convinto anche gli ultimi scettici. Quando ha visto sul serio la possibilità di salutare il torneo, Wawrinka ha provato a reagire, e ci è riuscito rientrando in partita. Ha alzato l’intensità del suo tennis, dei “come on”, del body language, del grunt, di tutto, per provare a dare una scossa alla partita, ma per fermare questo Fabbiano ci voleva ben altro.

Wawrinka ci ha messo l’orgoglio, mettendo insieme un paio di buoni punti che sul 6-5 gli hanno fruttato due set-point di fila, proprio la pioggia iniziava a cadere. Il giudice di sedia gli ha dato la possibilità di provare a chiudere il set, ma le due chance se l’è giocate una peggio dell’altra, con due errori di metri, e la sospensione è diventata inevitabile. Col senno di poi si può dire che ha dato una mano all’azzurro, ma l’aiuto era concreto anche per Wawrinka: in carriera non aveva mai vinto una partita recuperando due set di svantaggio, e la pausa pareva arrivata nel momento ideale per permettergli di ricominciare quasi da capo, con pieno di energie e le idee più chiare. Tuttavia, il suo capolavoro Thomas l’aveva costruito troppo bene per farsi fregare da un po’ di pioggia, e alla ripresa di oggi pomeriggio è stato di nuovo impeccabile. Doveva vincere i primi due punti e l’ha fatto, per poi giocarsi il tutto per tutto nel tie-break. Lo svizzero è scappato sul 3-1 con tre punti alla Wawrinka, si è fatto riprendere, ma poi ha allungato di nuovo sul 6-4, guadagnandosi altre due palle per andare al quarto set, e dare probabilmente vita a un nuovo match. Ma l’azzurro l’ha riacciuffato un’altra volta, e lì si è vista tutta la differenza fra il Wawrinka di oggi e quello di una volta, dato che sul 6-5 ha steccato un rovescio e poi ne ha sbagliato anche un altro. Ma si è visto pure tutto il coraggio di Fabbiano, che il suo primo (e unico) match-point se l’è giocato proprio sulla diagonale del rovescio. Ha dimenticato le finali viste in tv e ha guardato al presente, decidendo che era quella la parte dove provare a far male, Wawrinka ha sbagliato per primo e lui ha potuto strillare un lungo “vamos”, accompagnato da un sorriso che racconta buona parte del valore di questo successo. Sono quei momenti per cui uno impugna la racchetta a 6 anni e non la molla per lungo tempo, continuando a crederci e lavorare in silenzio. Le soddisfazioni migliori possono arrivare anche quando meno te le aspetti.
WIMBLEDON – Secondo turno uomini
Thomas Fabbiano (ITA) b. Stan Wawrinka (SUI) 7-6 6-3 7-6
