
I belgi non ci fanno troppo caso (“abbiamo letto della questione, ma per il momento è ancora nel team”, ha tagliato corto il capitano), mentre per l’Italia la presenza o meno di Fognini potrebbe essere determinante, sia per il singolare sia per il doppio con Bolelli. E anche se i controlli non evidenziassero nulla di preoccupante, arrivando in Belgio nel pomeriggio di mercoledì (o addirittura solo giovedì) Fabio avrebbe molto meno tempo rispetto a compagni e avversari per prendere confidenza con una superficie che – a detta di Paolo Lorenzi – è più veloce rispetto a quelle che solitamente si trovano nei tornei ATP. “La palla non rimbalza tantissimo – ha spiegato il senese ai microfoni di SuperTennis – e la superficie è stata catalogata come medio-veloce (grado 4 su 5 nella scala ITF, ndr). Sarebbe stato meglio un campo con dei rimbalzi un po’ più alti, che avrebbe creato qualche problema in più ai nostri avversari, ma siamo pronti e abbiamo altri due giorni per abituarci”. Non dovesse esserci Fognini (per sostituirlo nel quartetto è pronto Alessandro Giannessi), Barazzutti non avrebbe alternative: dovrebbe schierare Lorenzi e Seppi in singolare, e poi di nuovo Seppi nel doppio con Simone Bolelli, che sta piano piano recuperando la condizione dopo il lungo stop del 2016. I due formano buona coppia: nella scorsa stagione hanno mostrato il giusto affiatamento vincendo il titolo all’ATP 500 di Dubai e anni fa hanno giocato spesso insieme, ma l’alchimia di Fognini/Bolelli è migliore.

Se invece Fognini dovesse esserci, la domanda attorno alla quale ruotano i pronostici della vigilia è una sola: se senza Goffin il Belgio è riuscito a battere la Germania in trasferta, con Goffin può perdere dall’Italia in casa? A naso sembra difficile. Il numero 12 del mondo potrebbe (o dovrebbe? O deve?) garantire due punti, e strappare tutti gli altri tre non sarà affatto semplice, sia perché va battuto due volte Darcis, sia perché due insospettabili come Ruben Bemelmans e Joris De Loore hanno mostrato di trovarsi a meraviglia in doppio, battendo due coppie di spessore come i brasiliani Melo/Soares e i fratelli Zverev. Secondo il capitano belga i suoi ragazzi partono leggermente favoriti, ma “fra i due team non c’è particolare differenza, e la sfida verrà giocata sui dettagli”. E allora può diventare importante il fatto che Steve Darcis sia fermo da oltre un mese e non abbia toccato racchetta per tre settimane, da quando ha dato forfait prima di giocare i quarti di finale a Delray Beach per rientrare a casa, e stare a fianco alla figlia di quattro anni operata al cuore per una malformazione congenita. Fortunatamente è andato tutto bene, e lo “squalo” ha subito ripreso ad allenarsi per presentarsi al 100%. Spesso è stato lui l’uomo decisivo, ma per il momento le sue splendide prestazioni in Davis non sono ancora un problema. Perché l’Italia ha questioni più importanti a cui pensare.


