THE PODCAST – Maxi puntata dedicata agli Internazionali BNL d’Italia. Insieme a Jacopo Lo Monaco parliamo del successo di Murray, le conseguenze della sfida Nadal-Djokovic, le scelte di Federer, la crescita della Keys, le difficoltà azzurre e le celebrazioni a Pennetta…e Panatta.

La Roma degli Italiani e le varie celebrazioni (Panatta compreso)

PRIMO BLOCCO – Podcast interamente dedicato agli Internazionali BNL d’Italia. Al Foro Italico si è imposto Andy Murray, ma il suo successo è stato favorito dalle grandi fatiche di Djokovic nei quarti e in semifinale. Tuttavia, Jacopo Lo Monaco resta scettico in chiave Parigi. “Non credo in Murray. Faccio fatica a farlo sulle superfici veloci, figurarsi sulla terra battuta. Però è vero che nella finale ha fatto qualcosa in più rispetto al solito. Ad esempio, ha migliorato la seconda di servizio”. Va detto che Djokovic si è creato i suoi problemi nei turni precedenti, già a partire dagli ottavi contro Bellucci. Murray si è imposto a Roma al primo torneo senza Amelie Mauresmo: dopo aver letto le opinioni della stampa francese, Jacopo non è convinto che la ragione della separazione sia soltanto un problema logistico: magari è stata Amelie a non voler andare avanti. “Di sicuro con lei ha ottenuto le sue prime vittorie davvero importanti sulla terra battuta”. Nel frattempo è terminata anche la partnership tra Vallverdu e Berdych (“Che pure aveva fatto qualche miglioramento, ma credo che il matrimonio con Ester Satorova non gli abbia dato una mano”). A Roma, uno dei match più attesi è stato il 49esimo scontro diretto tra Djokovic e Nadal: Rafa sta giocando meglio, ma nei momenti importanti gli manca qualcosa. “Aveva mostrato qualche segnale già contro Kyrgios. Anni fa, Rafa non avrebbe regalato nulla nei punti importanti. Adesso può anche capitare che sia lui a sbagliare”. Va detto che la qualità del match non è stata straordinaria, con troppi scambi con non più di 3 colpi a testa. “Nel complesso ritengo che questa partita potrebbe aver dato fiducia a Nadal”.  Roger Federer non sta benissimo ma è giusto che continui a giocare i tornei importanti sul rosso. “Ha ben presente la storia del tennis, anche se i suoi obiettivi sono Wimbledon e Olimpiadi. Il resto, eventualmente, è un di più”. In campo femminile c’è stato il successo di Serena Williams, ma il personaggio della settimana è stata Madison Keys, autrice di un gran torneo: il suo dritto fa male (“E la terra può essere una superficie fantastica per lei, poiché ha più tempo per preparare i suoi colpi”) e sta iniziando a muoversi bene: di sicuro ha sfruttato la prestazione così così di Garbine Muguruza, molto deludente sul piano tattico.

SECONDO BLOCCO – Divagazione calcistica nei primi 6 minuti: se vi interessa solo il tennis, partite dal minuto 6.05. A Roma è andata male per il tennis italiano: una sola vittoria su tredici partite. Maluccio nel torneo femminile: se Claudia Giovine (pur bravissima) ha vinto le pre-qualificazioni, non è una buona notizia per il tennis italiano. Il raggio di luce è arrivato da Lorenzo Sonego, che per tre ore ha fatto sognare gli appassionati. Il torneo è stato un gran successo di pubblico. “La mia sensazione è che l’Italia abbia una gran fame di tennis: se organizzassimo un ATP 250, credo che il centrale si riempirebbe sin dal primo turno”. In virtù di questo, l’Italia è candidata per ospitare il Masters ATP riservato agli Under 21. “Ma non credo che sia corretto che l’evento distribuisca punti ATP, perché non tutti hanno il diritto di poterlo giocare”. E’ stata anche la settimana delle celebrazioni: molto bello l’addio di Flavia Pennetta, con l’abbraccio e il commovente discorso di Francesca Schiavone. “Credo che il loro rapporto sia molto vero e sincero” dice Jacopo. E poi c’è stata la premiazione per i vincitori della Coppa Davis 1976: per la prima volta, Adriano Panatta e Angelo Binaghi si sono trovati nel solito posto dopo tanti anni e una causa legale che vi descriviamo rapidamente. Un momento delicato ma bello ed emozionante per gli appassionati. “E poi Panatta, ancora oggi, è clamorosamente popolare: ovunque andiamo lo riconoscono” racconta Jacopo. A chiudere, due parole sul torneo olimpico di Rio de Janeiro, tra qualche forfait eccellente e l’assenza di punti ATP. E un saluto al compianto Prince.