Ventiquattro metri di lunghezza, undici di larghezza: queste le dimensioni del faccione di Novak Djokovic apparso su di un campo del Tennis Club Djukic a Belgrado. L'autore di quest'opera effimera (basterà spazzare il rettangolo di gioco o, peggio, qualche goccia di pioggia per 'rovinare' tutto) porta la firma di Andrej Josifovski, architetto e 'street artist' conosciuto più semplicemente come "il Pianista". Il capolavoro è stato partorito con il favore delle tenebre, per un lavoro no stop di circa sei ore: "Sono arrivato sul campo con un pennello in mano, per me sono luoghi magici - ha raccontato Josifovski al Telegraf.rs - Sono come specchi e solo quando sono puliti raccontano la verità. Il volto di Nole è apparso quando era ancora buio, presto il sole si è affacciato per inchinarsi su di lui". L'opera ha anche un nome, "SLJAKAnje terena" (un gioco di parole serbo che combina i termini terra, lavoro e campo), e fa parte di un progetto dal titolo "Prima puliamo noi stessi, poi guardiamo gli altri".
E quale soggetto più consono di Djokovic, finito in queste settimane nell'occhio del ciclone per la bufera sul focolaio di covid-19 esploso nell'Adria Tour: "Novak ha una luce eccezionale, visita i nostri sogni e ci motiva - ha spiegato l'artista - Dà il suo cuore a chi lo fischia, non basta dire di lui che è un vincente, un ambasciatore, un benefattore. Mi dispiace per quelle persone patetiche che gli stanno scagliando pietre". Per Josifovski, grande appassionato di tennis, Djokovic è un modello a 360 gradi: "Ho scelto questo sport nonostante fossero più praticati basket e altri sport. Era obbligatorio tirare il campo a fine sessione, ho imparato che sono luoghi sacri dove regna lo spirito sportivo e si lotta per la vittoria con onore. Sfortunatamente, non tutti lo vivono così. Specialmente in Occidente, dove si considerano migliori di noi. Sfortunatamente per loro, la piccola Serbia ha dato alla luce uno dei migliori tennisti di tutti i tempi, un qualcosa che i paesi che governano il mondo pensa sia loro di diritto. E nel loro sforzo di affermare di avere sempre ragione su Novak sono andati oltre".