Redazione
30 January 2021

Vincenzo Santopadre: “L’ATP Cup mi affascina. Matteo giocherà sul veloce indoor a marzo"

Il coach di Matteo Berrettini si prepara ai primi appuntamenti stagionali, studia gli avversari in ATP Cup e rivela la futura programmazione post Australia del numero uno d’Italia

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Foto Ray Giubilo - Vincenzo Santopadre

Al termine della lunga quarantena australiana, tra qualche sessione di allenamento nelle ore consentite con Félix Auger-Aliassime, esercizi in palestra e altri con attrezzi improvvisati in camera per ingannare l'attesa, il countdown volge oramai al termine. Matteo Berrettini, dopo il primo torneo stagionale ad Antalya, è pronto a riscattarsi e a debuttare in ATP Cup. Anche Vincenzo Santopadre, nell’occasione capitano del team azzurro, non vede l’ora di iniziare. “Sono sicuro che sarà una bella esperienza - confessa il coach del tennista romano -. Purtroppo lo scorso anno Matteo fu costretto a saltare la prima edizione per motivi di carattere fisico, ma per fortuna quest’anno avremo modo di partecipare. Amavo le gare a squadre da giocatore e mi piacciono tuttora anche nei panni di allenatore. A breve avremo modo e tempo per confrontarci e fissare gli obiettivi con tutti i ragazzi del team. Questa competizione mi affascina molto.

L’Italia, sorteggiata nel gruppo C assieme a Francia e Austria, farà il suo esordio nella manifestazione sulla John Cain Arena di Melbourne alla mezzanotte italiana del 02 febbraio contro Dominic Thiem e compagni. Un banco di prova stimolante per gli azzurri in un girone che si preannuncia molto equilibrato stando ai valori assoluti dei protagonisti. "Gli avversari che affronteremo sono ragazzi di spessore ed esperienza, seppur diversi come caratteristiche fisiche e di gioco - spiega Santopadre -. Thiem è un giocatore completo e in grandissima ascesa. Lui e Andrey Rublev sono coloro che più di tutti hanno migliorato il proprio tennis la scorsa stagione e fatto passi da gigante in termini di continuità. Monfils, invece, è tanti anni che milita nel circuito a un livello medio eccezionale. Contro di lui Matteo ha vissuto una delle pagine più emozionanti della sua carriera a New York - sottolinea Vincenzo -. Saranno due match importanti che aiuteranno Matteo a crescere e ad alzare ancora di più l’asticella. C'è tanto rispetto per entrambi" chiosa il coach sull'argomento.

Foto Ray Giubilo - Vincenzo Santopadre

Se da una parte l'attenzione di Berrettini e del suo team è rivolta agli imminenti impegni in terra oceanica, dall'altra è già tempo di pianificare il prossimo futuro. Lo scorso anno la programmazione del romano dopo il primo Major australiano fu tema di dibattito fra addetti ai lavori e appassionati. La scelta ricadde sulla tournée sudamericana anche se poi i piani saltarono a causa dell'infortunio occorso al numero uno d'Italia. "Un anno fa c'erano delle motivazioni, a nostro modo di vedere, valide e forti. Furono messi in conto tutto vantaggi e svantaggi di entrambe le possibili opzioni. Lui tra l'altro si convinse di andare in Sudamerica perché aveva fra le altre cose il desiderio di poter giocare con la nonna presente sugli spalti (Lucia, la nonna materna di Matteo è brasiliana, ndr) - chiarisce l'allenatore romano -. In questa stagione il Sudamerica presenta un pacchetto di tornei differente (il torneo di Rio de Janeiro è al momento rinviato a data da destinarsi, ndr) e abbiamo pensato che l'Europa potesse rappresentare la scelta migliore data anche la situazione d'incertezza attuale a livello globale. Matteo giocherà i tornei di Rotterdam e Marsiglia sul veloce indoor, dopodiché volerà a Dubai per poi disputare ad aprile il Masters 1000 di Miami".

L'idea di disputare il cosiddetto "Golden Swing", malgrado le sterili polemiche piovute un anno fa, non è affatto accantonata. "Rimaniamo assolutamente aperti, come è giusto fare, ad avventure nuove e diverse. Alla base della competizione ci sono gli stimoli, un caposaldo imprescindibile nello sviluppo della carriera di un tennista professionista. Matteo - prosegue Santopadre - è giunto a questi livelli in breve tempo e senza accumulare tante esperienze. Per questa ragione, ed è bene ogni volta ricordarlo, ritengo che sia importante in ottica futura mettere dentro tante altre esperienze nel suo bagaglio personale di tennista e di persona”.

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