Dominic Thiem è il campione Slam numero 150 della storia. Agli Us Open l'austriaco conquista il suo primo Major dopo aver essersi arreso per tre volte all'atto conclusivo (due con Nadal e una con Djokovic) e lo fa rimontando due set di svantaggio ad Alexander Zverev, in una finale non indimenticabile dal punto di vista tecnico ma ricca di capovolgimenti. Decisivo il tie-break vinto al quinto da Thiem per 8 punti a 6 nonostante un principio di crampi. "Prima volta dopo anni - ammette - ma non penso fossero crampi fisici, era più legato alla mente. Ero tesissimo dall'inizio della giornata e in avvio di partita". Per entrambi i finalisti, d'altronde, era un'occasione da non perdere non avendo di fronte uno dei Big 3: "Aver già giocato altre finali non mi ha aiutato, nella mia testa avrei potuto pensare allo 0-4 nel caso avessi perso. Era un match da 50 e 50, credo sia comprensibile il fatto che non abbiamo giocato il nostro miglior tennis. Quando ha servito per il match, ero in difficoltà dal punto di vista fisico ma ho pensato che anche lui non fosse più così fresco, ho sperato di avere una chance".
Nonostante la superficie preferita sia decisamente la terra battuta, il primo Slam per Thiem è arrivato sul duro. "Penso che qualcosa sia cambiato l'anno scorso dopo aver vinto Pechino, Vienna e aver giocato un buon Masters - prosegue - Roland Garros? Credo che sarò al 100%, ho tempo per recuperare. Mi aspetto che sia un po' più facile per me nei grandi tornei, nella mia testa c'è il pensiero di aver avuto già una grande carriera quindi sarò più sciolto. E' l'obiettivo di una vita, ho realizzato di poter vincere uno Slam quando ho raggiunto la semifinale a Parigi e sono entrato in top-10. Ho lavorato tantissimo, ci ho dedicato praticamente tutta la vita ma non è solamente un mio successo, è dell'intero team".